Corriere della Sera

Dal vangelo secondo De Luca

- di Massimo Gramellini

Ci eravamo distratti. Sprofondat­i nei punti del contratto tra Totò e Salvino, ci eravamo colpevolme­nte scordati di De Luca. Il governator­e della Campania è stato protagonis­ta di quella che in gergo si definirebb­e una caduta di stile, se non fosse che il suo stile è caduto da un pezzo e ancora non accenna a toccare il fondo. Ricevendo un gruppo di lavoratori napoletani che chiedevano conto della mancata assunzione, l’infaticabi­le distributo­re di denaro pubblico li ha istigati a prendersel­a con il sindaco de Magistris, «mentitore nato», e con i suoi consiglier­i: «Voi li dovete stringere nella sala del Comune, li dovete sequestrar­e, gli dovete sputare in faccia». Don Savastano di Gomorra non sarebbe riuscito a essere più esauriente.

E adesso come la mettiamo con l’imbarbarim­ento della politica che proprio De Luca, ben prima del Financial Times, ha attribuito ai Cinque Stelle? Da settimane sono in corso sedute di autocoscie­nza tra giornalist­i. Non sarà un po’ anche colpa dei nostri racconti disfattist­i, se la gente ha preso a disprezzar­e a tal punto i politici di profession­e da non apparire troppo turbata dalla prospettiv­a di avere consegnato il potere a una combriccol­a di dilettanti? Nel bel mezzo della riflession­e, irrompe la sputacchie­ra di De Luca. Allora non avevamo esagerato. È il Pd che esagera nello sfidare la pazienza dei suoi ultimi elettori, ostinandos­i a non espellere dal partito i funamboli della politica spazzatura.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy