Corriere della Sera

Giustizia

Nel documento pene più dure, nuove carceri e tempi più lunghi per la prescrizio­ne Le critiche delle Camere penali: incoerenti

- Dino Martirano

ROMA Più manette per tutti e «carcere vero per i grandi evasori». Pene più dure per i reati ambientali e per quelli contro la Pubblica amministra­zione. Costruzion­e di nuove carceri. «Agenti provocator­i» per combattere la corruzione e Daspo (anche perpetuo) per corrotti e corruttori. Stop ai riti alternativ­i. Tempi più lunghi per la prescrizio­ne dei reati. Età della punibilità più bassa per i minorenni. Legittima difesa sempre presunta per chi subisce una rapina armata in casa o in ufficio. E, infine, conflitto d’interessi ad ampio spettro: attivo per parlamenta­ri, ministri e sottosegre­tari anche in assenza di un vantaggio patrimonia­le.

Con questo «contratto di governo» sui temi della giustizia, anche gli avvocati eletti con il M5S e con la Lega (al «tavolo» giallo verde c’erano Alfonso Bonafede e Nicola Molteni) non si sono fatti vedere al convegno organizzat­o al Senato dalle Camere penali dove ieri è stata ricordata — alla presenza del presidente Elisabetta Alberti Casellati — la figura di Enzo Tortora morto 30 anni fa al termine di un lungo calvario giudiziari­o.

Oggi l’aria è decisament­e cambiata: «E sulla giustizia il “contratto” tra M5S e Lega va in senso totalmente opposto a percorsi coerenti e conformi ai principi costituzio­nali», è il giudizio del presidente dell’unione delle camere penali, Beniamino Migliucci.

Il «contratto» M5s-lega si occupa anche di magistrati e uffici giudiziari. Proponendo la revisione del sistema di elezione dei consiglier­i (togati e laici) del Csm «tale da rimuovere le attuali logiche spartitori­e e correntizi­e», il divieto per le toghe di tornare indietro se si candidano in politica nonché il ripristino dei Tribunali minori cancellati dal governo Monti. La legittima difesa sempre presunta in casa e nei luoghi di lavoro apre il capitolo dell’area penale: la proposta della Lega, accettata a scatola chiusa dal M5S, è quella di eliminare la discrezion­alità del giudice in merito alla «proporzion­alità tra difesa e offesa». L’intenzione, poi, è quella di far saltare le leggi deflattive (riti alternativ­i, depenalizz­azione dei reati, non punibilità per tenuità del fatto e per condotte riparatori­e) che il centrosini­stra ha messo in campo per allentare il sovraffoll­amento nelle carceri, causa per altro di condanne per l’italia in sede di Corte europea per i diritti dell’uomo.

M5S e Lega hanno anche trovato l’accordo per inasprire le pene. Più carcere per i reati ambientali e per quelli contro la Pubblica amministra­zione: per combattere la corruzione servono non solo gli agenti sotto copertura (che già esistono per la droga) ma anche gli agenti provocator­i che commettono un reato per provare a innescarne un altro. Pene più dure anche per i furti in abitazione, furti aggravati, scippi e truffe agli anziani. Nel processo civile, viene tolto ogni ostacolo all’esercizio della class action. Mentre nel capitolo sulla lotta alle mafie (sette righe in tutto) si fa un «particolar­e riferiment­o alle condotte caratteriz­zate dallo scambio politico mafioso». Inoltre, si annuncia «effettivo rigore nel funzioname­nto del carcere duro previsto dal 41 bis».

David Ermini (Pd) parla di contratto «securitari­o e giustizial­ista». Mentre gli avvocati di Silvio Berlusconi, tra cui i parlamenta­ri Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto, notano che tutto questo l’aveva anticipato il pm Nino Di Matteo al convegno organizzat­o da Davide Casaleggio a Ivrea.

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Non solo «economico» Lega e M5S prevedono un allargamen­to del concetto di conflitto d’interesse, non limitandol­o soltanto a quello di tipo economico

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