Spread ai massimi da ottobre. Il caso Mps
Richiamo Consob ai politici. L’UE all’italia: rispetto degli impegni, ma per ora nessuna procedura
MILANO Il programma di governo tra Lega e Cinquestelle continua ad agitare i mercati: troppi piani da realizzare in deficit andando contro le regole europee e gravando sui conti pubblici. È un piano vasto e con diversi punti ancora da studiare, anche se varie case d’affari ritengono difficilmente realizzabili diverse proposte economiche. E così incertezze e dubbi spingono gli investitori a vendere Btp e i titoli, in particolare i bancari.
Ieri Piazza Affari ha chiuso ancora in calo, -1,48%, la peggiore Borsa europea, trascinata dalle banche: Ubi -7,8%, Banco Bpm -6,36%, Mps, -3,52% spinto al ribasso dalle parole del responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, di voler rinegoziare con l’europa il piano di salvataggio. Lo spread Btp-bund è salito fino a 165 punti base, ai massimi da sette mesi e oggi un Btp rende il 2,23%, mentre i credit default swap (Cds), cioè le assicurazioni contro il fallimento dell’italia, sono risaliti attorno a 113 punti, ai massimi da gennaio.
Spesa pubblica in aumento significa più spread, ricorda un report di Banca Akros, anche se, entrando nel merito delle proposte Lega-m5s, alcune appaiono «difficilmente influenzabili» come la revisione delle regole europee del bail-in. Uno spread più alto porta con sé una immediata perdita di valore dei Btp in pancia alle banche, soprattutto quelle italiane che ne posseggono circa 350 miliardi. Ma anche la tedesca Commerzbank, che ha 9 miliardi di Btp in portafoglio, ieri ha subìto un contraccolpo a Francoforte. L’effetto negativo sulle banche nasce paradossalmente anche da un altro punto qualificante del programma Lega-m5s: la flat tax. Questo perché l’abbattimento delle imposte impedirebbe alle banche di godere dei crediti fiscali già contabilizzati per le perdite passate.
Poi c’è la specificità Mps. Aver ipotizzato per la banca senese al 68% del Tesoro una nuova missione «di servizio» agli investimenti pubblici, la nazionalizzazione totale e un cambio dell’amministratore delegato Marco Morelli ha provocato un crollo del 12% in due giorni e una perdita potenziale di 300 milioni di euro al Tesoro. «Mi auguro che Mps torni a recuperare tutto — ha commentato il leader leghista Matteo Salvini — anche se, purtroppo, la banca più storica d’italia non è stata massacrata dal contratto, ma
da qualche farabutto, da qualche delinquente con nome e cognome». Anche il leader del M5S, Luigi Di Maio, getta acqua sul fuoco: «Di Mps ci occuperemo, senza choc». In questa ridda di dichiarazioni, la Consob ha invitato i politici alla «massima prudenza e misura» e a parlare di titoli quotati solo a Borsa chiusa.
Intanto da Bruxelles è arrivato un richiamo all’italia a rispettare gli accordi: su Mps ma soprattutto sui conti pubblici. Mercoledì la Commissione dovrebbe rendere note le valutazioni sui Paesi Ue. Per il momento non procederà, salvo colpi di scena, all’apertura di una procedura per debito eccessivo. Invece ribadirà, come già fatto in autunno, la richiesta di una correzione dei conti 2018 di circa lo 0,3% avvertendo che, per il 2019, o ci sarà l’aumento dell’iva previsto dalle «clausole di salvaguardia» oppure servirà una manovra dello 0,6% del pil.