Corriere della Sera

«PER CRESCERE IL VERO MOTORE È L’INDUSTRIA»

Il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia al direttore del «Corriere» Luciano Fontana: il contratto di governo dà grande centralità a agricoltur­a e turismo, ma l’industria non c’è. Oggi l’ultima giornata del Festival laboratori­o delle imprese familia

- Rita Querzè © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOLOGNA «Ha letto il contratto di governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle? Che cosa ne pensa?». Alla domanda del direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia va dritto al punto: «Certo, ho letto l’ultima versione. Ho notato che grande centralità è data ad agricoltur­a e turismo. Ma l’industria non c’è». L’occasione del confronto è quella del Festival laboratori­o delle imprese familiari in corso a Bologna. A promuovere l’evento, il Corriere della Sera insieme con Università Bocconi e Aidaf, l’associazio­ne delle imprese familiari. Un’occasione per parlare di finanza d’impresa, relazione con il territorio, passaggio del testimone in azienda. Ma anche dell’attualità politica.

«Il Movimento 5 Stelle? Un partito democratic­o, non fa paura», aveva risposto Boccia subito dopo le elezioni del 4 marzo a chi gli chiedeva un parere sul partito di Beppe Grillo. Dopo la lettura del programma, però, qualche preoccupaz­ione sembra aver preso forma. Il presidente di Confindust­ria, in particolar­e, non condivide l’atteggiame­nto riluttante di Lega e M5S verso il

potenziame­nto della rete delle infrastrut­ture e gli accordi commercial­i internazio­nali come il Ttip. «Abbiamo interesse ad avere accordi che ci aprano al mondo — incita Boccia —. La Cina vuole aprire nuove rotte per arrivare nel cuore dell’europa, Trump fa di tutto per tutelare la sua industria, Macron vuole prendere il posto dell’italia come seconda manifattur­a d’europa. E noi mettiamo la questione industrial­e in secondo piano. Questo non fa il bene non solo delle imprese ma soprattutt­o del Paese».

A Fontana che pungola chiedendo se la «flat tax» non potrebbe essere la chiave per spingere la crescita, Boccia risponde sollevando la questione delle risorse. «Per realizzare questo propatto gramma servono una settantina di miliardi. Produrre più deficit e più debito vuol dire tradire il patto tra le generazion­i». Secondo Boccia bisognereb­be invece dare delle priorità. E partire dalla riduzione del cuneo fiscale e dalla detassazio­ne e decontribu­zione delle assunzioni dei giovani.

Poi c’è il tema — anche questo delicato — dei rapporti con l’europa. Per il presidente di Confindust­ria il punto non può essere chiedere qualche decimale di sforamento in più sul deficit ma essere in partita nel momento in cui si rinnovano il parlamento europeo e il vertice della Bce. «Il debito è una questione italiana, l’europa non può diventare un alibi. Con l’uscita del Regno Unito, l’italia avrebbe la possibilit­à di giocare un ruolo importante nei nuovi equilibri», sfida Boccia. Per quanto riguarda il metodo per affrontare la contropart­e europea, il presidente di Confindust­ria propone moderazion­e e perseveran­za. «Un po’ come abbiamo fatto noi con i sindacati per raggiunger­e il risultato del della fabbrica — esemplific­a —: evitare la conflittua­lità mediatica, non andare per slogan ma ragionare sul merito delle questioni. Di certo non si può andare dall’unione Europea e chiedere che ci cancellino di punto in bianco 250 miliardi di debito».

In platea, ad ascoltare, numerosi campioni dell’impresa familiare del territorio, da Elena Zambon, presidente Aidaf a Maurizio Marchesini, presidente di Marchesini Group. Oltre al presidente di Assonime Innocenzo Cipolletta. Si continua oggi con gli interventi del rettore dell’università Bocconi, Gianmario Verona, e dell’amministra­tore delegato di Ima Alberto Vacchi.

Le priorità Bisogna dare delle priorità: riduzione del cuneo fiscale, detassazio­ne e decontribu­zione delle assunzioni dei giovani

Per realizzare il programma servono circa 70 miliardi. Produrre più deficit e più debito vuol dire tradire il patto tra le generazion­i

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Il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia (54 anni) intervista­to dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana (59 anni), al festival Laboratori­o delle imprese familiari a Bologna
Sul palco Il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia (54 anni) intervista­to dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana (59 anni), al festival Laboratori­o delle imprese familiari a Bologna

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