Le esperienze, le sfide e la parola agli imprenditori
(l. cer.) «Family business, festival laboratorio delle imprese familiari» riparte questa mattina alle 9.30 con la plenaria nella sede del Mast di Bologna, città scelta perché risultata uno dei territori più fertili per l’imprenditoria familiare. Un programma ricco di appuntamenti che hanno l’obiettivo di far conoscere meglio uno dei pilastri della nostra economia. La giornata sarà aperta da Guido Corbetta, professore di Strategia delle aziende familiari all’università Bocconi e direttore del festival con Maria Silvia Sacchi, che spiegherà come le imprese familiari non siano una caratteristica esclusiva del nostro Paese: giocano un ruolo centrale in molte economie mondiali. Il nostro Paese ha però dei campioni indiscussi. Come Brunello Cucinelli, che illustrerà le ragioni che lo hanno portato a costituire un trust per assicurare la continuità non solo alla sua azienda, ma anche al borgo medievale di Solomeo centro delle sue attività imprenditoriali e umanistiche. O come Alberto Vacchi, alla guida di Ima, «multinazionale tascabile», che racconterà come si cresce a colpi di acquisizioni. Aziende familiari o multinazionali, le imprese si muovono in un contesto complicato, tra nuovi protezionismi e incertezza politica che Veronica de Romanis, economista alla Luiss e alla Stanford University, cercherà di mettere a fuoco. Ma il punto critico dell’impresa familiare restano la governance e la staffetta generazionale, tema che sarà affrontato da Claudio Marenzi (presidente Confindustria Moda), Alessio Rossi (presidente dei Giovani industriali) e Costanza Musso (ceo di Grendi), moderati dal vicedirettore del Corriere, Antonio Polito. Il festival sul Family business è una iniziativa del Corriere della Sera con Università Bocconi e Aidaf (associazione aziende familiari) in collaborazione con EY, Tim, Ubs, Axitea, Fsi, Belluzzo e Volvo.