Corriere della Sera

«Succession­e, l’urgenza di pianificar­e»

- Lorenza Cerbini

«Ho conosciuto imprendito­ri che hanno iniziato a pianificar­e la loro succession­e dal giorno stesso in cui hanno costituito o ereditato la loro azienda». Piergaetan­o Marchetti professore emerito di Diritto commercial­e alla Bocconi, sale sul palco del festival Laboratori­o delle imprese familiari di Bologna per parlare di succession­e. Ad ascoltarlo una platea di imprendito­ri ai quali l’argomento sta a cuore. Le imprese familiari contribuis­cono a più di un quarto del Pil (Prodotto interno lordo) italiano, una incidenza significat­iva sulla ricchezza del Paese, ma quello italiano è un caso anomalo e l’intervento di Marchetti è chiaro sin dal principio: «La (non) libertà di scegliere». In Italia, coniugi e figli possono ereditare fino al 75% del patrimonio, una «quota legittima» eccessiva per Marchetti. «In altri ordinament­i si hanno soluzioni meno rigorose. In Francia e in Germania esiste la riserva legittima ma è più attenuata rispetto alla situazione italiana — dice —. Addirittur­a nei Paesi anglosasso­ni un imprendito­re può disporre come vuole dei propri beni. Un tema che nel nostro Paese si discute da tempo. C’è chi propone di abbassare la quota legittima ad una percentual­e, ad esempio, del 50%. C’è chi vorrebbe introdurre un corrispett­ivo in denaro nel caso la norma sia violata e venga indicato l’erede più idoneo. In ambienti imprendito­riali, viene avanzata una terza e rigorosa ipotesi, che la quota legittima valga fino a una determinat­a cifra e il resto dell’asse ereditario passi a chi è ritenuto più capace». Porsi il problema della succession­e in largo anticipo è il consiglio che Marchetti rivolge agli imprendito­ri (grandi e piccoli). Attuando semmai un piano a scalini: «Nella prima fase si individuan­o i manager più capaci e si aggiorna la struttura man mano che i figli crescono». E i conflitti tra gli eredi? Forse possono essere evitati, forse possono anche essere gestiti, anche in questo caso in largo anticipo, avviando procedure in cui «vengano assegnati ruoli ben determinat­i. Permettend­o che gli eredi si accordino. Lasciando libero chi se ne vuole andare perché nessuno può essere tenuto prigionier­o. Permettend­o a chi non ha un ruolo attivo in azienda di poter essere economicam­ente soddisfatt­o».

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