Corriere della Sera

La moda veloce a chilometro zero Obiettivo: l’oriente

- Fabio Sottocorno­la

L’ultimo sbarco (virtuale) è in Iran, dove l’azienda venderà le collezioni uomo-donna tramite Digistyle, primo portale di ecommerce del Paese. Invece, nel 2019 è in programma l’apertura di uno store a Dubai. Dopo l’europa si allarga a Oriente la lista dei mercati in cui è attivo il gruppo Imperial. Infatti, arriva dall’estero la metà dei 207 milioni di euro del fatturato annuo. Ed è verso l’estero la destinazio­ne di buona parte dei dieci milioni di capi confeziona­ti, rigorosame­nte a chilometro Zero. Questa è da sempre la scelta di Adriano Aere (nella foto) ed Emilia Giberti, una coppia nella vita e nel lavoro.

Quarant’anni fa hanno fondato insieme il marchio Imperial, azienda rigorosame­nte di famiglia: nessuna delocalizz­azione, i fornitori e la produzione tutta nella regione. Un mini distretto tessile che lavora con una parola d’ordine: velocità. Imperial, con i brand Please e Dixie (per donna e bambino) è tra le realtà italiane più importanti del fast fashion, il modello produttivo oggi vincente.

«Rapidità e innovazion­e sono le chiavi del successo: in dieci giorni siamo in grado di ideare, confeziona­re, consegnare», spiega Aere. La strategia «quick» prevede un sistema efficiente di progettazi­one e realizzazi­one, fornitori che fungono da magazzino, lanci settimanal­i, un monitoragg­io del mercato in cerca dei nuovi trend. E lo sguardo al futuro: con il 3D hanno creato la «virtual dressing room» dove la simulazion­e del corpo umano permette di vedere gli abiti indossati. Prima di tagliare la stoffa.

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