Firenze si mobilita: raccolta fondi per il museo Ginori
Le porcellane della manifattura di Doccia in un edificio chiuso da quattro anni. Ora si pensa al rilancio
Il museo è seminascosto dagli alberi e dall’erba incolta del parco. E nessun visitatore, ignaro della storia, potrebbe immaginare che quell’edificio, abbandonato da quattro anni, nasconda un tesoro di porcellana di decine di milioni di euro. Eccola Doccia, la manifattura che il marchese Ginori fondò nel 1735 sfidando le fortune del tempo e pensando, controcorrente, di unire l’industria alla bellezza. In pochi allora avrebbero immaginato che quella protofabbrica sarebbe diventata un simbolo della porcellana e il piccolo forno di Doccia (la tenuta del marchese), l’embrione di un’attività industriale. Che avrebbe preso il volo l’11 ottobre del 1896 dopo la fusione col gruppo industriale del milanese Augusto Richard.
Il museo d’impresa, il più antico d’europa, poi trasferito nel 1965 nel nuovo edificio progettato dall’architetto Berardi, è stato chiuso quattro anni fa. Il declino, forse la fine di quel tesoro. Poi il Mibact l’ha acquistato e ha iniziato a pensare a un suo rilancio. Grazie anche alla collaborazione dei privati. Come i cento espositori della 24a edizione di Artigianato e Palazzo che si chiude domani nel Giardino Corsini di Firenze. Qui è stata organizzata una raccolta fondi (anche con la vendita di venti opere dell’artista Duccio Maria Gambi) per la ristrutturazione del museo, un tempio della porcellana nel quale sono custoditi oltre 8 mila tra opere e reperti storici.
Nelle sale d’esposizione non trionfano soltanto le collezioni di porcellane bianche, ma sculture (spesso capolavori), utilizzate per arricchire le tavole. E ancora, opulenti soprammobili su piedistalli, camini, mobili. E copie di grandi opere custodite agli Uffizi.
Vasi e maioliche, decorate con tecnica sublime, stupiscono il visitatore. Così come i calchi (i veri originali) di cera, anch’essi capolavori. Imperdibile la sala dedicata a Gio Ponti, con i tre boli ed un vasetto dalla serie del Monte Santo (1924-1927), un vaso con lo Straccione (1927), una senapiera o veliera dalla serie a Castelli o Archi e paesi (1929) e altre meraviglie.
Stefano Casciu, sovrintendente del Polo museale della Toscana, ha promesso l’apertura prossima di un primo cantiere per la messa in sicurezza del museo. Poi arriverà una ristrutturazione e un nuovo allestimento per, un tesoro custodito in parte nei magazzini. Anche il parco sarà ristrutturato per creare un inedito mix di arte, artigianato, cultura e natura.