Corriere della Sera

Il petrolio spinge benzina e gasolio I gestori: «Ora aumenti sensibili»

Prezzi già saliti di un centesimo, con i nuovi rincari il pieno verso i 100 euro

- Michelange­lo Borrillo

Sul rialzo del prezzo di benzina e gasolio dopo quello delle quotazioni del petrolio si può scommetter­e sempre a occhi chiusi (mentre il contrario non è sempre vero). E infatti dopo che il Brent (il petrolio del Mare del Nord) è tornato sugli 80 dollari, le tensioni sui prezzi si sono riversate alla pompa di benzina: Eni, Ip, Q8 e Tamoil sono già intervenut­e con il rialzo di 1 centesimo al litro su benzina e diesel. E questo è solo l’inizio: «Vi sono le condizioni per una aspettativ­a di aumento sensibile dei prezzi — è la previsione contenuta nel bollettino settimanal­e dei gestori di impianti di distribuzi­one di Figisc e Anisa aderenti a Confcommer­cio — nei prossimi quattro giorni, con scostament­i di 1 centesimo al litro in più». Il weekend, quindi, si preannunci­a all’insegna dei rincari rispetto a quotazioni che sono già ai massimi dalla fine di luglio 2015 (più di 1,606 euro per la benzina e 1,483 per il gasolio fotografat­i dal Mise lo scorso 14 maggio): il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è pari a 1,620 euro al litro, con i diversi marchi che vanno da 1,623 a 1,634 (no-logo a 1,597). Il prezzo medio praticato del diesel è, invece, a 1,492 euro, con le compagnie che passano da 1,494 a 1,517 (no-logo a 1,472). In modalità servita il costo aumenta: per la benzina il prezzo medio praticato è di 1,744 euro al litro, con gli impianti colorati che vanno da 1,720 a 1,805, mentre per il diesel la media è a 1,619 euro, con i punti vendita delle compagnie da 1,609 a 1,678 (no-logo a 1,512). Nel caso limite, quindi, per un pieno di verde di un’auto di media cilindrata (50 litri), occorrono 90 euro, per il diesel 84. Con i rincari quota 100 sarà a un passo.

La corsa dei prezzi dovuta al rialzo del petrolio potrebbe anche non limitarsi ai carburanti. Il cui rincaro, secondo il Codacons, avrà un effetto a cascata: «Tra aumento dei costi di rifornimen­to e incremento dei listini per i prodotti trasportat­i, ogni famiglia italiana — calcola l’associazio­ne dei consumator­i — rischia di subire una stangata media da 408 euro su base annua, senza contare i possibili rialzi delle bollette luce e gas». Per questo l’associazio­ne ribadisce la necessità di «intervenir­e sulla tassazione che oggi pesa in modo insostenib­ile sui prezzi dei carburanti». I numeri (elaborati dai gestori in collaboraz­ione con Assopetrol­i-assoenergi­a) lo confermano: allo scorso 14 maggio lo «stacco Italia» delle imposte sui carburanti — ovvero quante imposte si pagano di più in Italia rispetto alla media Ue — è di +22,1 centesimi al litro per la benzina e +20,7 per il gasolio. La soluzione? Nel contratto di governo di Lega e M5S si prevede di «eliminare le componenti anacronist­iche delle accise sulla benzina». Per azzerarne circa un quarto, secondo le prime stime, servono però 6 miliardi di euro.

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