Grandi opere: in dieci anni persi oltre 600 mila posti
In calo dopo due trimestri di risultati positivi. Meno 1% nei primi tre mesi del 2018, meno 1,2% in marzo rispetto al marzo 2017. Ma «il risultato è in parte condizionato dal persistere di condizioni metereologiche sfavorevoli nel bimestre febbraio-marzo» spiega l’istat che rileva l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni che torna in calo, anche su base annua del 4,7%, (corretto per gli effetti del calendario: 22 giorni lavorativi rispetto ai 23 del marzo 2017). Continuano a crescere però i costi: 0,8% (rispetto al 2017) per il fabbricato residenziale e il tronco autostradale con galleria, 1,2% senza galleria. Dal 2008, contano i giovani imprenditori Ance, nell’edilizia sono scomparsi 600 mila posti di lavoro. I più colpiti i lavoratori fino a 35 anni: 200 mila in meno. Nel 2017, c’è stato un calo del 3% di ore lavorate, -4% di imprese e -3,3% di lavoratori iscritti. E nelle imprese ci sono sempre più addetti sopra i 50 anni: «Questo può essere un problema per la sicurezza nei cantieri — dice Roberta Vitale, presidente Giovani Ance —: serve un ricambio generazionale in un settore che da solo vale il 6,1% della forza lavoro complessiva». Soluzioni? «Accelerare la spesa dei 140 miliardi di euro stanziati per le infrastrutture per i prossimi 15 anni, oltre ad interventi su cuneo fiscale, decontribuzione, formazione e burocrazia».