Nestlé, accordo allo stabilimento umbro: nessun licenziamento
Alla fine nessuno sarà licenziato. Ci saranno però ricollocazioni esterne, incentivi all’esodo, prepensionamenti, part-time. «Scelte rigorose con guanti di velluto» per l’azienda, ma la vertenza Perugina di Ponte Sisto (Perugia) «può essere presa ad esempio e come modello» e mercoledì con la firma finale con i sindacati si sancirà la conclusione di una questione cominciata un anno fa con l’annuncio da parte di Nestlé di esuberi nello stabilimento umbro a due passi dal capoluogo.
In 364 rischiavano il posto di lavoro, su 850. Sono rimasti in 172, con un part time semestrale e a tempo indeterminato. Gli altri 182 sono andati via. In 146 hanno accettato incentivi per 60 mila euro, di cui 40 con l’outplacement. In 35 andranno in prepensionamento; uno solo andrà via con 30 mila euro più altri 30 mila per chi lo assumerà. In 10 rimarranno nel gruppo ma tra Toscana e Benevento. «Vertenza chiusa in maniera positiva» dicono i vertici aziendali, con un investimento di 20 milioni di euro. «Abbiamo perso circa 160 professionalità e gli altri avranno stipendi dimezzati», risponde Michele Greco di Flai Cgil Umbria, ma è comunque «una mezza vittoria». In mezzo ci sono stati sit-in, scioperi e molti incontri al ministero dello Sviluppo economico. Ma anche con il nuovo assetto, promette il direttore di San Sisto Francois Pointet, «rimaniamo la più grande fabbrica di cioccolato in Italia».