Corriere della Sera

Il giorno del verdetto

Favoriti i film orientali e la libanese Nadine Labaki In lizza anche la fiaba di Alice Rohrwacher e Garrone

- Stefania Ulivi

CANNES Si è aperto con il fantasma da scacciare di Harvey Weinstein, si chiude con quello, da esorcizzar­e, di Jane Campion, unica regista a vincere — ormai è passato mezzo secolo — la Palma d’oro con Lezioni di piano. A partire dale 19.15 di stasera sarà svelato il verdetto della giuria «militante e di resistenti», guidata da Cate Blanchett. E si capirà se, smentendo desideri e previsioni, avranno prevalso motivazion­i artistiche o la ragion di stato. E, per quel che ci riguarda, se il digiuno italiano sarà, finalmente, interrotto. Un palmarès comunque complicato, tante, troppe, le variabili. Anche grazie a una selezione migliore di quella dello scorso anno, quando a vincere fu The square, capace di mettere tutti d’accordo.

Quest’anno sono diversi i titoli molto apprezzati dai critici internazio­nali. Cold war del regista polacco Pawel Pawlikowsk­i con la magnifica attrice Joanna Kulig, Burning del coreano Lee Chang-dong con i suoi tre attori, Ash is the purest white del cinese Jia Zhang-ke (in lizza per interpreta­zione femminile anche Zhao Tao) o, ancora, Un affare di famiglia del giapponese Hirokazu Kore-eda, potrebbero contendere la Palma d’oro alle due (delle tre in gara) che, sulla carta. hanno possibilit­à di vittoria. Ovvero, la nostra Alice Rohrwacher con parabola Lazzaro felice e la libanese Nadine Labaki che con Capharnaüm ha sganciato un pugno nello stomaco, fin troppo melodramma­tico, a pubblico e giuria (comunque vada qui, arriverà certo in zona Oscar). Anche Dogman di Matteo Garrone se la gioca, con il protagonis­ta Marcello Fonte papabile come miglior attore. E il turco Nuri Bilge Ceylan (già Palma d’oro con Il regno d’inverno nel 2014), con The wild pear tree, all’ultimo momento potrebbe avere rimesso tutto in discussion­e.

Certo, Blanchett & C. avranno avuto molto da discutere con gran gioia della presidente di scuola morettiana («sì il dibattito sì»). Lea Séydoux avrà fatto una battaglia di genere o avrà difeso En guerre di Stéphane Brizé e la doppietta come attore di Vincent Lindon, magari con il sostegno di Robert Guédiguian? E Le livre d’image Jean-luc Godard (che meriterebb­e una palma speciale solo per la conferenza stampa happening via Facetime, uno dei momenti memorabili di questa edizione)? Ava Duvernay avrà portato a casa riconoscim­enti per il ritrovato Spike Lee di Blackkklan­sman? Le sedie vuote di Jafar Panahi (3 volti) e Kirill Serebrenni­kov (Leto) saranno sottolinea­te da un premio?

In attesa del verdetto si può già dire chi ha già vinto: gli attori ragazzini o, addirittur­a, bambini. Facce che si sono Alle 19.15

● Questa sera, alle 19.15, inizierà la cerimonia di chiusura del Festival, in cui verranno consegnati i premi e la Palma d’oro. Prevista anche la proiezione ufficiale di «The Man Who Killed Don Quixote» di Terry Gilliam

● Tra le curiosità, la conferenza stampa alle 11 del mattino del turco «The Wild Pear Tree», ultimo film in concorso impresse nella memoria, nomi che è bene ricordare. Zain Al Rafeea, protagonis­ta di Capharnaüm, spuntato dritto dall’inferno di Beirut. Lo conosce bene, è un profugo siriano rifugiato con i suoi in Libano dal 2012. Compirà 14 anni in ottobre, sogna come tanti suoi coetanei di poter venire a vivere in Europa con la sua famiglia, magari in Norvegia. Si fa anche il suo nome per la palma come miglior attore e invece di prendersi i compliment­i alla conferenza stampa si addormenta con la testa tra le braccia. Applausi anche per Alida Baldari Calabria, la figlia di Marcello in Dogman, al suo secondo film. E per un altro ragazzino cresciuto in fretta, il piccolo Shota di Affare di famiglia: è Kairi Jyo, undici anni, neanche lui un esordiente. Intanto in Un certain regard è stato un sedicenne a battere la concorrenz­a dei colleghi adulti: Victor Polster con Girl e la sua incantevol­e Lara, nata uomo e aspirante ballerina.

Poche ore, dunque, e la fine sarà nota. E presto si faranno anche i conti, definitivi, del Marchais 2018. Si sono difesi bene i film italiani, l’interesse è stato alto, non solo quelli in gara sulla Croisette ma anche i titoli di stagione. E a comprare, oltre a europei e americani, sono sempre più la Cina, Giappone e Corea.

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Il fascino delle top Alessandra Ambrosio, 37 anni, ha incantato i fotografi sfilando sul tappeto rosso ieri, ma non è stata la sola top model che ha partecipat­o al festival. Tra le tante super modelle che hanno calcato il red carpet di Cannes anche...

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