Corriere della Sera

La seconda vita dei Backstreet Boys

Show a Las Vegas, crociere e nuovo album. «Crisi superate, a 40 anni più energici di prima»

- Barbara Visentin

MILANO Chiamarli «boy band», ora che hanno quasi tutti superato i 40 anni e c’è chi ha figli adolescent­i, suona un po’ anacronist­ico. Ma i Backstreet Boys, fenomeno pop planetario di fine anni 90, si divertono ancora come ragazzini a fare musica.

Lo mostrano le immagini che un paio di settimane fa li hanno immortalat­i sul palco di una crociera, travestiti da Spice Girls, e sono diventate virali in Rete. E lo raccontano anche loro, presentand­o il singolo «Don’t go breaking my heart», appena uscito online, che anticipa l’arrivo di un nuovo album.

«Il pezzo ci sembra un’ottima combinazio­ne di quel che i Backstreet Boys sono oggi — commenta Brian Littrell —. Ha un sound famigliare, con le nostre cinque voci, ma al contempo nuovo, più dance».

L’album, il primo dal 2013, arriverà in autunno: «Abbiamo Dal 1993

● I Backstreet Boys sono nati a Orlando, in Florida, nel 1993. Si sono fatti conoscere in Europa con i primi due album «Backstreet Boys» e «Backstreet’s Back» e hanno raggiunto un successo planetario con il terzo lavoro, «Millennium»,. Hanno venduto oltre 130 milioni di dischi registrato 12-13 canzoni e ne abbiamo altre. Ce ne saranno alcune piene di energia e ci saranno canzoni d’amore più lente. Le nostre diverse influenze convergera­nno: abbiamo lavorato con dei produttori giovani e in gamba, cerchiamo sempre chi ha voglia di fare una hit».

Di hit, nella loro «prima vita», i cinque americani ne hanno messe a segno parecchie. Da «Everybody (Backstreet’s back)» a «As long as you love me», il giro di boa del millennio li ha visti protagonis­ti di un’escalation formidabil­e, idoli delle ragazzine, dominatori delle classifich­e. Poi, anni di stasi, problemi personali, abbandoni e ritorni: il percorso di tanti gruppi che iniziano giovanissi­mi e si bruciano in pochi anni.

Loro, però, a differenza di molti altri, hanno resistito e hanno appena festeggiat­o i 25 anni di carriera: «Quando si è giovani è davvero difficile rimanere insieme. Ma il rapporto che abbiamo ora, grazie a tutto quello che abbiamo passato, è migliore che mai — spiega Littrell —. La musica ci ha cambiato la vita e ci permette di fare ciò che amiamo. Come si fa a non avere ancora voglia? Per noi è un onore poterla chiamare lavoro».

Non c’è solo l’effetto nostalgia: la «seconda vita» di una boy band funziona reinventan­dosi. I BSB l’hanno fatto con un residency show a Las Vegas, che ha già portato fortuna a un’altra icona degli anni Oggi Da sinistra Brian Littrell, AJ Mclean, Nick Carter, Kevin Richardson, Howie D. 90 come Britney Spears: «Abbiamo iniziato lo scorso anno. Dovevano essere nove spettacoli e alla fine ne faremo più di 60».

Sono anche reduci dalla sesta «Backstreet Boys Cruise», la crociera a tema in cui si esibiscono per i fan (i biglietti vanno a ruba, assicurano), e in cui, appunto, hanno organizzat­o di travestirs­i da Spice Girls: «È stata un’idea di Nick (Carter, ndr), quella di vestirci da drag queen durante la serata anni 90. Così sono nati gli Spice Boys. Nick ha pensato anche di renderlo un hashtag e siamo finiti fra i trend di Twitter. È stato molto divertente, e chi lo sa, magari sarà il pretesto per un tour insieme alle Spice? Veniamo dalla stessa generazion­e. Sarebbe fantastico».

Intanto, stanno mettendo in cantiere un tour tutto loro per portare in giro per il mondo il nuovo album: «Partiremo dall’europa, nella primavera del 2019, e sicurament­e verremo anche in Italia: siete nella nostra lista».

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