La Lega aspetta le garanzie di Mediapro C’è tensione
Dopo una lunga serie di ricorsi, lettere e diffide la battaglia dei diritti tv si avvia all’atto finale. Martedì in assemblea i presidenti dovranno decidere se le garanzie di Mediapro saranno sufficienti per proseguire il matrimonio oppure se la rescissione del contratto sia inevitabile. Jaume Roures metterà sul piatto un anticipo di 186 milioni e la certificazione del patrimonio netto — da 1,1 miliardi, visibile quando si completerà l’acquisizione del 53% da parte di Orient Hontai — . In alternativa Mediapro offrirà la visibilità del patrimonio di Imagina, la holding che ne detiene il controllo. Se le garanzie soddisferanno i club (la Roma in una nota agli investitori spiega che la querelle «rischia di compromettere la continuità aziendale»), lo sbocco naturale sarà il canale. In caso di rottura, gli spagnoli faranno causa alla Lega, non intendendo tornare in gioco né come operatore né come partner per il canale. A quel punto i club potrebbero lavorare a un terzo bando o avviare trattative private. In corsa restano Sky e Perform, le cui offerte garantirebbero 900 milioni. E Mediaset? Nei mesi scorsi dopo aver dichiarato di voler avere «un approccio opportunistico», sembra intenzionata a non partecipare all’asta, preferendo la via del canale per il revenue sharing (divisione dei guadagni). La strada per definire la questione diritti tv appare comunque tormentata, si può scommettere ci saranno altre sorprese.