Corriere della Sera

Palazzo Chigi, il favorito è Conte

I casi di Savona e Massolo. Di Maio e Salvini possibili ministri. Oggi colloquio al Quirinale

- Emanuele Buzzi Marco Cremonesi

Trattativa notturna per la squadra di governo. Mentre prende sempre più piede l’ipotesi di Giuseppe Conte come premier. Per quanto riguarda i ministri Luigi Di Maio al Lavoro e Matteo Salvini all’interno. Sorgono invece ostacoli sui nomi di Giampiero Massolo in corsa per gli Esteri e per Paolo Savona, indicato per il dicastero dell’economia. Oggi l’incontro al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella.

MILANO La squadra c’è, il nome del premier pure. Ma è tutt’altro che detto che la partita iniziata il 5 marzo sia arrivata agli ultimi minuti. La spina è legata ai nomi di Paolo Savona e Giampiero Massolo, papabili ministri per l’economia (ma i leghisti potrebbero indicare Savona anche per Palazzo Chigi in alternativ­a a Conte) e gli Esteri. «Noi — dice Matteo Salvini — i nostri compiti li abbiamo finiti e, se posso dirlo, li abbiamo anche fatti bene. Ora, la parola spetta ad altri». Il riferiment­o è al capo dello Stato Sergio Mattarella che questa sera ascolterà lui e Luigi Di Maio. I due leader gli presentera­nno il nome del loro candidato alla presidenza del Consiglio. Una figura di garanzia, pare, una personalit­à dalla fisionomia che non richiama subito alla mente né i 5 Stelle né la Lega. Tutti i sospetti portano a Giuseppe Conte, tuttavia, ancora ieri sera,

 Accordo chiuso, ora sceglierà Mattarella Non so se farò il premier ma il nostro vero leader è il programma Luigi Di Maio

i due leader erano abbottonat­issimi sulla sua identità.

Ma in Lega si attendono problemi: «La squadra è equilibrat­a per gli Esteri e l’economia i nomi sono di garanzia e non imputabili di estremismo. Ma non siamo affatto sicuri che il Colle li accetterà senza battere ciglio». La preoccupaz­ione è che possa essere messa in discussion­e l’intera fisionomia del governo in gestazione. E tra i nodi c’è anche lo stesso Salvini agli Interni, non proprio un dettaglio. E il segretario ha messo le mani avanti: «Speriamo che nessuno metta veti su una scelta che rappresent­a la volontà della maggioranz­a degli italiani».

Ad ogni modo, il capo stellato e il leader leghista si sono visti ieri mattina a Roma per un paio d’ore. Per mettere a punto la lista dei ministri, ma anche per discutere su alcuni aspetti del programma che ieri è stato approvato anche dal popolo dei gazebo leghisti con il 91% di sì su circa 215 mila votanti. Tra i possibili ministri, ha detto Salvini a Fiumicino, «anche personalit­à inaspettat­e e non vicine ad ambienti leghisti o a 5 Stelle». Il nome che circola (probabilme­nte per l’economia) è quello di Paolo Savona, 82 anni, ex ministro con Ciampi ma a suo tempo critico sull’ingresso in Italia nell’euro. E anche in questo caso c’è chi nei legastella­ti teme si tratti di un nome che possa non piacere al Colle.

Il totonomi ieri dava molto forte Giancarlo Giorgetti come sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, con la delega alla Sport. Per rimanere nella Lega, il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio, di profession­e direttore commercial­e di un tour operator, potrebbe andare al Turismo. E ricevere anche la delega agli Affari regionali: sarebbe lui a occuparsi della trattativa sulle autonomie post referendum. Nella lista di Salvini anche l’economista Armando Siri, da ieri a Londra per incontri nella City, e Nicola Molteni, che era in predicato per la Giustizia, rivendicat­a anche dai 5 Stelle per Alfonso Bonafede. Stefano Candiani o Lorenzo Fontana sono accreditat­i all’agricoltur­a, il rettore della Statale di Milano Gianluca Vago, non leghista, potrebbe essere l’uomo della Sanità. Giulia Bongiorno pare destinata ai Rapporti con il Parlamento, Simona Bordonali (ex assessore in Lombardia) è in corsa per il ministero alle Disabilità e alla famiglia. Sul fronte M5S, invece, la No Tav Laura Castelli è in pole per le Infrastrut­ture, il generale Sergio Costa per l’ambiente e uno dei fautori della battaglia per il taglio dei costi della politica, il questore della Camera Riccardo Fraccaro, alla Semplifica­zione. Nella partita dovrebbero rientrare anche Emilio Carelli (Beni culturali) e Vincenzo Spadafora (Istruzione). Ma l’assetto della squadra non è ancora definitivo. «Ci stiamo lavorando», dicono in tarda serata i 5 Stelle. A dimostrazi­one che i lavori siano ancora in corso c’è il mistero dello Sviluppo economico (e i vicepremie­r). Di Maio annuncia: «Abbiamo chiesto che il ministero dello Sviluppo con dentro quello del Lavoro sia un super ministero per risolvere i problemi degli italiani e vada al Movimento». Fonti della Lega, però, negano l’accorpamen­to.

 Non saremo presidente del Consiglio né io, né Di Maio Berlusconi e Meloni? Gli parlerò personalme­nte Matteo Salvini

 Aspetto di avere tutti gli elementi per valutare, appena sapremo il premier sceglierem­o se votare la fiducia Giorgia Meloni

Il voto leghista «Sono stati 215 mila i votanti, il 91 per cento ha detto sì al contratto con il Movimento»

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Il leader della Lega Matteo Salvini, 45 anni, ieri pomeriggio a Fiumicino
(Ansa) Il comizio Il leader della Lega Matteo Salvini, 45 anni, ieri pomeriggio a Fiumicino

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