«Per riuscire, devi provare» Conte, il prof con la pochette finora lontano dalla politica
Studi esteri, cattedre di diritto in Italia, passione per l’eleganza
ROMA Indossa sempre i gemelli e gli piace la pochette. Si è laureato in Legge alla Sapienza, ma ci tiene, oltre all’eleganza, a far sapere che ha un curriculum che in pochi possono vantare: è passato come studente, nel 1992, tra Yale e Duquesne, un anno dopo a Vienna (International Kultur Institut), sette anni dopo in Francia alla Sorbona, nel 2001 nel Regno Unito, presso il Girton College, in quel centro del sapere e della ricerca mondiale che si chiama Cambridge, e poi ancora alla New York University, circa dieci anni fa.
Per Luigi Di Maio potrebbe essere il premier ideale, il nome che Mattarella non potrebbe rifiutare. Al Quirinale non ne sono del tutto convinti, ma nella Lega invece sembra che non abbiano nulla da obiettare. Se il professore Giuseppe Conte non ha esperienza politica, è di sicuro un tecnico, almeno di estrazione giuridica, di livello. Di certo, oltre agli studi, ha anche un presente che brilla per la molteplicità di esperienze. Come per le accademie di formazione altrettanto estesi sono i suoi incarichi, le sue pubblicazioni, e le materie sulle quali vanta una specializzazione.
Se il diritto è il suo campo, non sono poche le branche del diritto nelle quali può asserire di essere esperto, aziendale e amministrativo, finanziario e civile in senso lato: è stato membro laico del Consiglio superiore del Consiglio di giustizia amministrativa, è condirettore della nuova collana Laterza dedicata ai Maestri del diritto, componente della commissione Cultura di Confindustria.
Lo descrivono come misurato
Le risposte agli sms
A chi lo contatta scrive: fatelo come se gli sms vi costassero 10 euro, concentrerete i pensieri
Il caso Bellomo Membro del «Csm» dei giudici amministrativi, guidò la commissione che destituì Bellomo
ed equilibrato. È avvocato civilista, patrocinante in Cassazione, ma anche professore ordinario di Diritto civile: ha insegnato, fra gli altri, a Roma Tre, Facoltà di Giurisprudenza dell’università Lumsa di Roma, a Malta, alla San Pio V di Roma, alla facoltà di Legge di Sassari. Oggi tiene corsi sia a Firenze che alla Luiss.
Sui blog qualcuno lo prende in giro: hanno misurato i curriculum da lui pubblicati, evidentemente su diversi siti, e in alcuni casi non sempre le pagine sono le stesse. Per alcuni 12, per altri 24. Di sicuro ama le frasi ad effetto, «every accomplishment starts with the decision to try», si leggeva sino a qualche giorno fa nel suo profilo di Whatsapp, citazione da Kennedy, ha scritto il Sole 24 Ore. Si dice che se contattato risponde con un suggerimento: «Scrivetemi come se ogni messaggio costasse 10 euro, vi aiuterà a concentrare il pensiero», un modo educato per dire che può prendere in considerazione solo alcuni messaggi, non tutti.
Per alcune settimane è stato in pole position per il ruolo di semplificatore della Pubblica amministrazione, poi il tema sembra scomparso dal radar del contratto di governo, fra Lega e Cinque Stelle. Ha anche ricoperto incarichi presso l’agenzia spaziale e presso il Collegio degli arbitri finanziari. Una montagna di esperienze accademiche e amministrative, per questo professore di 54 anni nato a Volturara Appula, nel Foggiano. Un docente che in pochi conoscono ma che è anche digiuno di politica, almeno prima di essersi avvicinato al mondo dei Cinque Stelle. Non è facilissimo immaginarlo ad un G7 o ad un Consiglio europeo a Bruxelles, magari al fianco del presidente francese o della Cancelliera.
«Ma è pur vero che è anche l’istituzione che fa il ruolo», dicono nello staff di Luigi Di Maio. E sottolineano che a leggere tutto il curriculum si scopre anche che le pubblicazioni sono decine e decine, che è anche componente del comitato scientifico della Fondazione italiana del notariato e di varie associazioni scientifiche, che — nel ruolo di membro laico del «Csm» della giustizia amministrativa — ha presieduto fra le altre la commissione speciale del Consiglio di Stato che ha destituito Francesco Bellomo, il consigliere finito nella bufera per le avances sessuali alle allieve dei corsi per aspiranti magistrati.
Se tutto questo basterà per convincere il capo dello Stato lo sapremo oggi. Il suo nome era già emerso nei giorni scorsi, come ministro della Pubblica amministrazione, poi sembrava tramontato. A poche ore dalla formazione del governo è invece di nuovo in pole position. Di sicuro, il suo curriculum è stato vagliato con molta attenzione negli uffici della Presidenza della Repubblica.