Corriere della Sera

Il gasdotto e la ferrovia: «Ecco i costi e i progetti»

- Ufficio stampa Tap Paolo Foietta Commissari­o straordina­rio di governo per l’asse ferroviari­o Torino-lione M. Sen.

In relazione all’articolo di Mario Sensini «Dal Mose al gasdotto. Tutte le opere nel mirino dei 5 Stelle. In ballo 133 miliardi», Tap precisa che il gasdotto transadria­tico in avanzata fase di costruzion­e in Grecia, Albania e Italia, non è un’«opera pubblica», ma un progetto interament­e sostenuto dalle aziende che formano l’azionariat­o di Tap, che il costo stimato è di circa 4,5 miliardi di euro (non 8) e che è stato positivame­nte valutato dalla Banca Europea di investimen­ti che a febbraio ha approvato un prestito di 1,5 miliardi.

Il costo della sezione transfront­aliera, 65 km tra Saint-jean-de-maurienne a Susabussol­eno, col tunnel di base del Moncenisio, è di 8,3 miliardi di euro (valuta 2012) certificat­o da un ente terzo. L’opera è finanziata al 40% dall’ue, per il 25 dalla Francia e per il 35 dall’italia, pari a 2,9 miliardi di cui circa 2,5 miliardi già stanziati e resi disponibil­i dal Cipe con la delibera 7 agosto 2017. Al netto della quota Ue, l’italia dovrà finanziare ancora circa 400 milioni di euro. È notizia degli ultimi giorni anche la firma della convenzion­e che in Francia finanzia il programma degli appalti 2018 per la sezione transfront­aliera, che prevedono l’avvio di opere sul territorio italiano. Riguardo alla saturazion­e della linea storica, non è mai stata il requisito fondante della realizzazi­one della nuova linea. Sull’accordo del 2001 fra Italia e Francia si scriveva di una linea «la cui entrata in servizio dovrebbe avere luogo alla data di saturazion­e delle opere esistenti», formulando con l’uso del condiziona­le un auspicio e non una prescrizio­ne. Il successivo accordo convertito con legge di ratifica nel 2014 richiama le ragioni che giustifica­no l’opera e le regole da applicare per la sua realizzazi­one, senza menzione di una condizione di saturazion­e e abrogando le norme precedenti. D’altra parte la linea storica non risponde agli standard di sicurezza ed efficienza richiesti oggi dal trasporto ferroviari­o e viene man mano abbandonat­a dagli operatori a vantaggio della gomma. È per ragioni ambientali, oltre che economiche e sociali, che l’italia procede nella costruzion­e del settimo tunnel di base lungo l’intero arco alpino, forte anche del sostegno europeo.

Prendo atto delle cortesi lettere di puntualizz­azione. Quanto alla Tav, i costi dell’opera riportati sono quelli identifica­ti dal governo nell’allegato al Def 2018 sulle opere pubbliche, presentato in Parlamento. Il riferiment­o ai contenuti dell’accordo Italiafran­cia relativo alla Tav è stato fatto dai rappresent­anti M5S. Le grandi opere poste in discussion­e dal programma del nuovo possibile governo non sono solo quelle finanziate con fondi pubblici, come si premette all’inizio dell’articolo. I costi tengono conto anche del gasdotto Snam in terraferma, opera diversa ma complement­are.

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