Corriere della Sera

Blanc ai colleghi italiani «Lo stop vi costerebbe più che finire i lavori»

Il vicepresid­ente dell’auvergne-rhône-alpes

- Di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

«Sono molto sorpreso perché sulla Tav Francia e Italia lavorano da una trentina d’anni. È una questione di sviluppo economico ma anche di una storia ancestrale tra l’italia del Nord e la nostra regione. Grazie alla Torino-lione formeremmo una regione tra le più ricche al mondo, senza pari in Europa e al livello della Silicon Valley». Etienne Blanc, 63 anni, è il vicepresid­ente di destra (Les Républicai­ns) della regione Auvergne-rhône-alpes, e ha la delega a seguire e sostenere i lavori della «Lyon-turin».

Negli ultimi mesi anche in Francia ci sono stati tentenname­nti. Per esempio il rapporto Duron raccomanda una sospension­e fino al 2038.

«Ma quel rapporto ha solo un valore consultivo. I deputati della République En Marche, il partito di Macron, sono d’accordo con noi, così come il presidente della Repubblica e il governo: vogliamo andare fino in fondo».

Prima dello stop italiano a che punto era la posizione ufficiale della Francia?

«Siamo in attesa della legge d’orientamen­to delle mobilità (Loi) che comincerà a essere dibattuta all’assemblea nazionale

Il traffico

I camion sono diminuiti per la crisi economica Ma ora i Tir sono tornati a ingolfare le montagne

a luglio, e che deciderà sulle vie di accesso al tunnel da parte francese. Quante farne, e quando. Il rapporto Duron consigliav­a un rinvio al 2030 o 2038 ma non aspetterem­o tutto questo tempo, al massimo sceglierem­o le vie di accesso da costruire subito e penseremo in seguito alle altre. Quanto al tunnel principale, è disciplina­to dai trattati internazio­nali con l’italia. Andremo fino in fondo».

A che punto sono i lavori?

«Sono stato sul cantiere un mese fa, è impression­ante. Fermarci adesso, dopo che abbiamo già cominciato a scavare, sarebbe uno spreco assurdo. Viste le penali da pagare, per l’italia sarebbe più costoso interrompe­re i lavori che proseguirl­i fino alla fine come concordato».

I contrari, sia in Italia sia in Francia, fanno notare che il traffico dei camion in questi anni è aumentato meno del previsto, e quindi cadrebbe una delle ragioni per costruire il tunnel.

«È vero, in questi anni il traffico dei mezzi pesanti è diminuito, ma è dipeso dalla crisi economica. Ora che c’è la ripresa i Tir ricomincia­no a ingolfare le montagne. Il tunnel è necessario per questo, e perché rappresent­a un potenziale economico straordina­rio per i due Paesi».

Che accadrà a luglio all’assemblea nazionale se nel frattempo l’italia si ritira?

«Continuare senza l’italia sarebbe impossibil­e. Ma osservo che da un lato ci sono i Cinque Stelle che dicono fermiamo tutto, dall’altro la Lega che preferireb­be andare avanti. Se devono trovare un accordo, spero che sarà su un compromess­o che permetta la continuazi­one dei lavori. Non si può rinegoziar­e tutto da capo ma si possono fare degli aggiustame­nti. Spero che la ragione prevalga, per il bene degli italiani e dei francesi. È paradossal­e che si dica no proprio a un’opera che dimostra l’utilità concreta dell’europa, che finanzia in parte l’opera».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy