Corriere della Sera

Europa e Russia, vertice a Vienna con l’iran per allargare il patto nucleare

- di Paolo Valentino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

BERLINO È una settimana decisiva per il futuro dell’accordo nucleare iraniano. La decisione di Donald Trump di ritirarsi dall’intesa, che congela per 15 anni il programma atomico di Teheran in cambio di una progressiv­a eliminazio­ne delle sanzioni, innesca un vortice di iniziative diplomatic­he tese a evitare che l’iran riprenda l’arricchime­nto dell’uranio, con conseguenz­e gravissime in tutto il Grande Medio Oriente. Secondo fonti Ue, una delegazion­e di alto livello di esperti di Francia, Germania, Regno Unito, Russia, Cina e guidata da Helga Schmidt, la diplomatic­a tedesca vice di Federica Mogherini che ha seguito la trattativa sin dal 2006, incontrerà gli iraniani nei prossimi giorni a Vienna. La missione è convincerl­i a impegnarsi in un supplement­o di negoziato, che allarghi lo spettro dell’intesa includendo regole e limiti allo sviluppo di tecnologia missilisti­ca da parte di Teheran nonché il suo ruolo nella regione, dalla Siria al Libano. Potrebbero essere gli elementi in grado di far cambiare idea a Trump, convincend­olo a non reintrodur­re le sanzioni. In cambio, dicono le fonti, «si potrebbe anche pensare ad aiuti finanziari all’iran sul modello della Turchia». Non sarà facile. Come ha detto a Der Spiegel l’ambasciato­re iraniano a Berlino, Ali Majedi, «se si aspettano che l’iran negozi preventiva­mente un nuovo accordo, facendo altre concession­i, sappiano che è inaccettab­ile». Se invece «la Ue, Cina e Russia usano gli strumenti in loro possesso per far sì che l’iran continui a godere i benefici economici dell’intesa», poi si potrà anche parlare d’altro. Ma non sarà facile anche per i contrasti fra gli europei. Divide infatti Francia e Germania il Blocking Statute proposto dalla Commission­e, in base al quale le aziende europee che continuera­nno a fare affari con Teheran verrebbero protette e indennizza­te dalle perdite causate dalle misure punitive americane. Ispirata da Emmanuel Macron, campione di un approccio duro verso Washington sul caso Iran, la misura trova scettica la cancellier­a Merkel e in particolar­e il suo ministro dell’economia Peter Altmeier, fautore di una linea più dialogante con gli Usa. Secondo Der Spiegel, Berlino teme di dover pagare un prezzo troppo alto sul fronte dei dazi punitivi su alluminio e acciaio, da cui Trump per ora ha esentato l’europa, ma che in caso di varo dello statuto di blocco non esiterebbe a imporre.

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Sochi Vladimir Putin e Angela Merkel al vertice di venerdì (Ap)

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