Cibo ai seggi e astensione, Maduro in testa nel voto farsa
Tra accuse di irregolarità e divergenze sul numero dei votanti si sono svolte ieri le elezioni presidenziali in Venezuela. Sfida quasi impossibile a Nicolas Maduro da parte di Henri Falcon, un ex chavista, e il pastore evangelico Javier Bertucci, i quali hanno deciso di rompere il fronte dell’opposizione schierata a favore dell’astensione di protesta. Fin dalle prime ore del mattino i fautori del boicottaggio hanno mandato foto sui social mostrando i seggi vuoti e le strade deserte, mentre il governo dichiarava che l’affluenza era notevole.
Nei seggi controllati dai fedelissimi del regime sono apparsi come previsto i banchetti di controllo dei «Carnet della Patria», il metodo più subdolo di induzione al voto a favore del governo. Si tratta della tesserina, distribuita ad almeno metà della popolazione, che permette di ricevere pacchi di viveri e altri servizi pubblici. Non esistono prove che il regime incroci i dati della tesserina con quelli dell’urna elettronica, e il governo ovviamente lo nega, ma si tratta di un sistema di pressione psicologico enorme per votare «bene» o non restare a casa. Le proteste degli avversari di Maduro nel corso della giornata sono cadute nel vuoto perché l’authority elettorale ha risposto che si è trattato di casi isolati che non hanno influenzato la regolarità del voto.