Corriere della Sera

Calhanoglu illumina San Siro e il Milan chiude in bellezza

Cinque gol alla Fiorentina, messi al sicuro i gironi di Europa League

- Arianna Ravelli

MILANO Un sorriso, in fondo a tutto. Poco? Tanto? Arriva assieme al 6° posto, dopo una stagione che è stata rilassante come uno Zoncolan sotto la pioggia, iniziata con San Siro accaldato, sognante ed esaurito per i preliminar­i di Europa League di agosto, e completata ieri, quando comunque c’erano quasi 57 mila spettatori a spingere la squadra contro la Fiorentina e verso l’obiettivo minimo. Ancora l’europa minore, ma direttamen­te dai gironi e la differenza, chiedere a Gattuso, è di quelle che cambiano la vita. Da oggi, spazio a saluti più o meno dolorosi, bilanci in chiaroscur­o come il cielo sopra San Siro, pronostici sul futuro sempre difficili da scrivere. Un punto in più rispetto alla scorsa stagione, dopo aver speso molto sul mercato, non può certo indurre a chissà quali festeggiam­enti. Ma a fine novembre, prima del cambio di allenatore, il Milan era 7° a -7 dal 6 posto: la rimonta c’è stata e Rino Gattuso ha chiuso il suo personale torneo al 3° posto. «Abbiamo iniziato con tante difficoltà, con 8 gol presi nelle prime due e ho lasciato con la squadra terza in classifica. Date 7 alla mia stagione? Mi accontenta­vo di 6,5. A scuola non l’ho mai preso».

Il Milan ieri si è meritato bei voti: senza Suso (gioca Cutrone esterno) affossa una Fiorentina demotivata e sfortunata (cambi esauriti per infortuni al 1’ del secondo tempo) addirittur­a sotto il peso di 5 gol, in genere merce rara da queste parti (in campionato non succedeva di segnarne così tanti da settembre 2014, a Parma). Va addirittur­a sotto, dopo aver sbagliato diverse occasioni, punita da Simeone che raccoglie un assist perfetto di Chiesa, ma reagisce subito con il primo gol su punizione di Calhanoglu (non perfetto Sportiello, che poi dovrà uscire per un pessimo Dragowski). Il numero 10, uno degli acquisti più in difficoltà a inizio stagione, è stato il trascinato­re della serata e dell’era Gattuso: ieri, oltre al gol, ha realizzato due assist (sono 3 reti e 4 assist nelle ultime 4 gare) entrambi messi a segno da Cutrone, l’altro uomo-simbolo dell’annata. Patrick, 20 anni, bravissimo ad anticipare di testa Pezzella per il 2-1 che indirizza la partita, poi mette a segno anche il quarto gol con un rasoterra di destro: arrivando a 10 in A, scaccia l’antipatico caso di non avere in rosa nessun giocatore in doppia cifra (come successo 32 anni fa) e chiude con il considerev­ole bottino di 18 gol stagionali. C’è stata gloria anche per l’ex Kalinic, per una volta applaudito da San Siro, e per Bonaventur­a.

Chissà chi resterà. La giovane età media della squadra (ieri 24 anni e 78 giorni, la seconda più bassa della A) fa sperare che si possa migliorare. A patto che la società regga, che l’uefa non bastoni troppi, che il mercato sia indovinato… Le variabili sono molte ma ieri si può sorridere. Quanto vale un sorriso?

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Il tuffo Il colpo di testa in tuffo di Cutrone per la rete del 2-1. Il milanista ha chiuso con una doppietta portando il suo totale nel primo campionato di serie A a 10 gol (Getty Images)

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