Corriere della Sera

La Lazio rimontata finisce in lacrime

Mostro Milinkovic La disperazio­ne di De Vrij, già acquistato dai nerazzurri, che provoca il rigore del 2-2

- Guido De Carolis Lazio Inter 2 3 Alessandro Bocci

4 Strakosha Pasticcia sul primo pareggio interista, chiudendo in modo goffo. Ritarda il rinvio sulla seconda rete. Disastro.

5,5 Luiz Felipe Si mangia un gol clamoroso in avvio.

5 De Vrij Non doveva giocare, ma lui (futuro interista) in Champions ci sarà. Riapre una partita chiusa falciando Icardi e causando il rigore. 6 Radu Fa la sua onesta partita, quando esce si capovolge il mondo. 6 Marusic Fortunato: il suo tiro destinato ai piccioni della curva prende in faccia Perisic e si trasforma nel vantaggio.

6 Murgia Non è colpa sua se la Lazio perde la finale.

6,5 Leiva Intelligen­te e calmo lì nel mezzo. Regge tutto l’impianto.

7 Milinkovic-savic Mostruoso per invenzioni e pericolosi­tà. Sua la palla per Marusic sull’1-0. La punizione che schianta sul palo è un altro pezzo di bravura.

5 Lulic Sfonda e affonda. Sforna un assist perfetto per il raddoppio di Anderson. Poi si fa cacciare.

6,5 Felipe Anderson Con astuzia e classe mette dentro il raddoppio.

6 Immobile Inizia benone, poi cala, perché non è al meglio. Con 29 centri è il capocannon­iere (con Icardi) ma è una magra consolazio­ne.

5,5 Inzaghi Perde lo spareggio e rifarà l’europa League. Con i due cambi forzati (Immobile e Radu), gli si sfascia la squadra. La sua resta una grande stagione, con un immenso rimpianto. anni di assenza dell’inter dalla Champions League: l’ultima partecipaz­ione risale alla stagione 2011-12 vittorie in trasferta per i nerazzurri nelle ultime 3 gare disputate fuori casa: erano state 3 anche nelle precedenti 16 gare fuori casa vittorie in stagione per l’inter dopo essere stata in svantaggio: oltre a quella di ieri, la partita vinta in rimonta è stata con la Roma all’olimpico

La notte delle streghe laziali addolcisce un po’, solo un po’, il ricordo del 5 maggio nerazzurro. L’inter espugna l’olimpico, agguanta la Champions all’ultimo respiro, torna in Europa dopo sei anni e fa festa insieme ai quasi quindicimi­la tifosi che occupano lo spicchio della curva Sud. È un colpo d’oro in un finale thrilling che vale una stagione e consente ai cinesi di Suning di mettersi in tasca poco meno di 40 milioni. Tutto nello stesso stadio in cui, il 5 maggio 2002, i nerazzurri contro la Lazio avevano perso il contestato scudetto finito alla Juve. La Champions non regala titoli, ma una speranza. Quella di ripartire e di tenere fede alla propria storia.

L’inter riemerge da una notte disastrosa quando ormai la Champions sembra nelle mani degli uomini di Inzaghi, in vantaggio 2-1 all’inizio dell’ultimo spicchio di partita. E forse proprio la sicurezza tradisce i biancocele­sti. Il blackout, stile Salisburgo, è improvviso e letale. Gli spallettia­ni segnano due gol in 3’, prima il rigore di Icardi (provocato dal neointeris­ta De Vrij sino a quel momento tra i migliori: alla fine scoppia in lacrime) e poi l’incornata di Vecino, uno dei peggiori. Nel mezzo l’espulsione di Lulic per doppia ammonizion­e.

Il calcio è strano e bellissimo, oppure maledetto, dipende dai punti di vista. L’inter per un tempo e mezzo è in balìa della Lazio, più energica, determinat­a, organizzat­a. Ma con un colpo di reni micidiale si prende tutto, lasciando ai rivali solo le lacrime. La Lazio si impossessa subito della partita con il ritmo, il gioco e le verticaliz­zazioni. Lulic comanda sulla corsia sinistra e Milinkovic fa quasi reparto da solo. L’inter arretra, sbuffa, soffre. Per mezz’ora c’è una sola squadra in campo e ha la Gol partita Matias Vecino anticipa Sergei Milinkovic-savic e di testa indirizza il pallone sul palo lontano, realizzand­o il gol che porta l’inter in Champions League

(Ansa) maglia biancocele­ste: oltre all’autorete di Perisic sul tiro di Marusic, la squadra di casa mette a verbale un macroscopi­co errore sottoporta di Luiz Felipe, una paratona di Handanovic sul colpo di testa del solitario Immobile e un palo su punizione di Milinkovic. L’inter ha una sola occasione, ma Icardi la spreca davanti a Strakosha. Il pari di D’ambrosio, contestato dai laziali, sembra in grado di cambiare gli equilibri della partita. Spalletti rivoluzion­a la squadra: difesa a tre con Cancelo più alto per uscire dal giogo di Lulic, Candreva a sinistra sulla linea dei centrocamp­isti e Rafinha e Perisic più stretti dietro a Icardi in una sorta di 3-42-1. Ma sul più bello, l’inter si fa colpire in contropied­e sull’asse Lulic-felipe Anderson.

La reazione nerazzurra arriva solo alla fine dopo che sono usciti gli inguardabi­li Candreva e Rafinha e in campo ci sono Eder e Karamoh, poi anche Ranocchia. D’incanto la partita gira. Quasi all’improvviso, senza una logica forse. L’inter ha il merito di crederci, la Lazio invece improvvisa­mente si spegne. Inzaghi, forse credendosi al sicuro, toglie gli stremati Radu e Immobile mandando un messaggio sbagliato. Rocchi, con l’aiuto della Var, cancella il primo rigore (tocco di spalla di Milinkovic) ma concede il secondo per l’intervento scriteriat­o di De Vrij su Icardi. Maurito pareggia, Vecino fa tris. La Lazio, annichilit­a, non ha più la forza di rientrare in gioco. Sconfitta, beffata, incredula. Inzaghino negli ultimi secondi danza come impazzito davanti alla panchina, ma il quarto posto Champions se lo porta a casa Spalletti.

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