La Lazio rimontata finisce in lacrime
Mostro Milinkovic La disperazione di De Vrij, già acquistato dai nerazzurri, che provoca il rigore del 2-2
4 Strakosha Pasticcia sul primo pareggio interista, chiudendo in modo goffo. Ritarda il rinvio sulla seconda rete. Disastro.
5,5 Luiz Felipe Si mangia un gol clamoroso in avvio.
5 De Vrij Non doveva giocare, ma lui (futuro interista) in Champions ci sarà. Riapre una partita chiusa falciando Icardi e causando il rigore. 6 Radu Fa la sua onesta partita, quando esce si capovolge il mondo. 6 Marusic Fortunato: il suo tiro destinato ai piccioni della curva prende in faccia Perisic e si trasforma nel vantaggio.
6 Murgia Non è colpa sua se la Lazio perde la finale.
6,5 Leiva Intelligente e calmo lì nel mezzo. Regge tutto l’impianto.
7 Milinkovic-savic Mostruoso per invenzioni e pericolosità. Sua la palla per Marusic sull’1-0. La punizione che schianta sul palo è un altro pezzo di bravura.
5 Lulic Sfonda e affonda. Sforna un assist perfetto per il raddoppio di Anderson. Poi si fa cacciare.
6,5 Felipe Anderson Con astuzia e classe mette dentro il raddoppio.
6 Immobile Inizia benone, poi cala, perché non è al meglio. Con 29 centri è il capocannoniere (con Icardi) ma è una magra consolazione.
5,5 Inzaghi Perde lo spareggio e rifarà l’europa League. Con i due cambi forzati (Immobile e Radu), gli si sfascia la squadra. La sua resta una grande stagione, con un immenso rimpianto. anni di assenza dell’inter dalla Champions League: l’ultima partecipazione risale alla stagione 2011-12 vittorie in trasferta per i nerazzurri nelle ultime 3 gare disputate fuori casa: erano state 3 anche nelle precedenti 16 gare fuori casa vittorie in stagione per l’inter dopo essere stata in svantaggio: oltre a quella di ieri, la partita vinta in rimonta è stata con la Roma all’olimpico
La notte delle streghe laziali addolcisce un po’, solo un po’, il ricordo del 5 maggio nerazzurro. L’inter espugna l’olimpico, agguanta la Champions all’ultimo respiro, torna in Europa dopo sei anni e fa festa insieme ai quasi quindicimila tifosi che occupano lo spicchio della curva Sud. È un colpo d’oro in un finale thrilling che vale una stagione e consente ai cinesi di Suning di mettersi in tasca poco meno di 40 milioni. Tutto nello stesso stadio in cui, il 5 maggio 2002, i nerazzurri contro la Lazio avevano perso il contestato scudetto finito alla Juve. La Champions non regala titoli, ma una speranza. Quella di ripartire e di tenere fede alla propria storia.
L’inter riemerge da una notte disastrosa quando ormai la Champions sembra nelle mani degli uomini di Inzaghi, in vantaggio 2-1 all’inizio dell’ultimo spicchio di partita. E forse proprio la sicurezza tradisce i biancocelesti. Il blackout, stile Salisburgo, è improvviso e letale. Gli spallettiani segnano due gol in 3’, prima il rigore di Icardi (provocato dal neointerista De Vrij sino a quel momento tra i migliori: alla fine scoppia in lacrime) e poi l’incornata di Vecino, uno dei peggiori. Nel mezzo l’espulsione di Lulic per doppia ammonizione.
Il calcio è strano e bellissimo, oppure maledetto, dipende dai punti di vista. L’inter per un tempo e mezzo è in balìa della Lazio, più energica, determinata, organizzata. Ma con un colpo di reni micidiale si prende tutto, lasciando ai rivali solo le lacrime. La Lazio si impossessa subito della partita con il ritmo, il gioco e le verticalizzazioni. Lulic comanda sulla corsia sinistra e Milinkovic fa quasi reparto da solo. L’inter arretra, sbuffa, soffre. Per mezz’ora c’è una sola squadra in campo e ha la Gol partita Matias Vecino anticipa Sergei Milinkovic-savic e di testa indirizza il pallone sul palo lontano, realizzando il gol che porta l’inter in Champions League
(Ansa) maglia biancoceleste: oltre all’autorete di Perisic sul tiro di Marusic, la squadra di casa mette a verbale un macroscopico errore sottoporta di Luiz Felipe, una paratona di Handanovic sul colpo di testa del solitario Immobile e un palo su punizione di Milinkovic. L’inter ha una sola occasione, ma Icardi la spreca davanti a Strakosha. Il pari di D’ambrosio, contestato dai laziali, sembra in grado di cambiare gli equilibri della partita. Spalletti rivoluziona la squadra: difesa a tre con Cancelo più alto per uscire dal giogo di Lulic, Candreva a sinistra sulla linea dei centrocampisti e Rafinha e Perisic più stretti dietro a Icardi in una sorta di 3-42-1. Ma sul più bello, l’inter si fa colpire in contropiede sull’asse Lulic-felipe Anderson.
La reazione nerazzurra arriva solo alla fine dopo che sono usciti gli inguardabili Candreva e Rafinha e in campo ci sono Eder e Karamoh, poi anche Ranocchia. D’incanto la partita gira. Quasi all’improvviso, senza una logica forse. L’inter ha il merito di crederci, la Lazio invece improvvisamente si spegne. Inzaghi, forse credendosi al sicuro, toglie gli stremati Radu e Immobile mandando un messaggio sbagliato. Rocchi, con l’aiuto della Var, cancella il primo rigore (tocco di spalla di Milinkovic) ma concede il secondo per l’intervento scriteriato di De Vrij su Icardi. Maurito pareggia, Vecino fa tris. La Lazio, annichilita, non ha più la forza di rientrare in gioco. Sconfitta, beffata, incredula. Inzaghino negli ultimi secondi danza come impazzito davanti alla panchina, ma il quarto posto Champions se lo porta a casa Spalletti.