La serie A si conta sulle garanzie fornite da Mediapro
L’antitrust vigila su accordo Sky-mediaset È guerra tra pay tv e il gruppo spagnolo
Per Mediapro inizia il conto alla rovescia. L’antitrust indaga sull’accordo commerciale fra Sky e Mediaset. I due temi si incrociano, si intrecciano. A far da sfondo i diritti tv, con tutto ciò che ne consegue e con una domanda che per ora resta senza risposta: i tifosi, gli appassionati dove vedranno le partite di serie A dalla prossima stagione?
Andiamo con ordine. Da qui a domani pomeriggio alle 16, ora di convocazione dell’assemblea di Lega della serie A più tesa degli ultimi anni, sarà caccia all’ultimo voto. Il gruppo spagnolo che si è aggiudicato i diritti tv da intermediario indipendente, è davanti a un bivio: convincere i presidenti che le garanzie che presenteranno saranno sufficienti per non rescindere il contratto e proseguire sulla via del canale. Oppure in caso di bocciatura delle garanzie, inoltrarsi nell’ennesimo contenzioso legale, dopo i due fronti già aperti con i giudici civili e amministrativi: Mediapro sarebbe infatti pronta a far causa alla Lega poiché il bando, annullato dal giudice di Milano, è stato stilato seguendo le linee guida dettate da Infront e dai legali della stessa Lega (non è un caso che nelle ultime ore da via Rosellini sia stata richiesta a Mediapro anche una lettera di manleva).
Basterebbe una fideiussione da 1,2 miliardi per mettere tutti d’accordo, ma il piano di Roures è quello di anticipare 186 milioni in attesa di mostrare la certificazione del patrimonio netto (a giugno sarà perfezionata la cessione del 53% della società ai cinesi di Orient Hontai). O in alternativa la visibilità del patrimonio della holding Imagina che controlla Mediapro. Teoricamente escluse dalla votazione le retrocesse (ma la faccenda è controversa), decideranno le sorti di Mediapro in 17, con un quorum di 12. Gli spagnoli sono convinti di avere 10 club dalla loro parte (fra cui Milan, Lazio e Torino), 13 se si aggiungono Verona, Crotone e Benevento. Juve e Roma guidano invece il partito degli scettici: non solo non si fidano degli spagnoli e sono contrari al progetto del canale, ma spingono per una rottura così da far rientrare nei giochi Sky.
Il problema è che se Mediapro promette 1,05 miliardi a stagione, un nuovo bando o trattative private assicurerebbero non più di 900 milioni fra Sky e Perform. E Mediaset? Qui si torna all’antitrust. L’authority dopo aver già chiesto informazioni a Sky e a Mediaset sull’accordo commerciale di fine Soldi e pallone Mediapro ha offerto per i diritti tv della serie A 1,05 miliardi a stagione (Ansa) marzo sta valutando se non si stia verificando un’eccessiva concentrazione. Senza contare che Mediaset detiene l’opzione di vendere a novembre Premium a Murdoch: qualora si verificasse Sky si porrebbe di fatto in un regime di monopolio nelle pay tv.
Mediaset non pare intenzionata a partecipare a una eventuale nuova asta, dopo che nei mesi scorsi aveva mantenuto un «approccio opportunistico», cioè non più di 200 milioni sul piatto. Ma il quadro è cambiato e ora sembra preferire la soluzione che porta al canale della Lega, la meno impegnativa sul fronte finanziario in attesa degli sviluppi dell’alleanza con Sky. Che sia già in fieri l’accordo pur non formalizzato della cessione della piattaforma tecnica di Premium agli ex rivali? Sono in molti a sospettare che dietro la promessa di intesa fra Sky e Mediaset si celi un invito alla desistenza, specie sui diritti tv. Nutre dubbi pure l’antitrust.
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