Corriere della Sera

La serie A si conta sulle garanzie fornite da Mediapro

L’antitrust vigila su accordo Sky-mediaset È guerra tra pay tv e il gruppo spagnolo

- Monica Colombo Daniele Dallera

Per Mediapro inizia il conto alla rovescia. L’antitrust indaga sull’accordo commercial­e fra Sky e Mediaset. I due temi si incrociano, si intreccian­o. A far da sfondo i diritti tv, con tutto ciò che ne consegue e con una domanda che per ora resta senza risposta: i tifosi, gli appassiona­ti dove vedranno le partite di serie A dalla prossima stagione?

Andiamo con ordine. Da qui a domani pomeriggio alle 16, ora di convocazio­ne dell’assemblea di Lega della serie A più tesa degli ultimi anni, sarà caccia all’ultimo voto. Il gruppo spagnolo che si è aggiudicat­o i diritti tv da intermedia­rio indipenden­te, è davanti a un bivio: convincere i presidenti che le garanzie che presentera­nno saranno sufficient­i per non rescindere il contratto e proseguire sulla via del canale. Oppure in caso di bocciatura delle garanzie, inoltrarsi nell’ennesimo contenzios­o legale, dopo i due fronti già aperti con i giudici civili e amministra­tivi: Mediapro sarebbe infatti pronta a far causa alla Lega poiché il bando, annullato dal giudice di Milano, è stato stilato seguendo le linee guida dettate da Infront e dai legali della stessa Lega (non è un caso che nelle ultime ore da via Rosellini sia stata richiesta a Mediapro anche una lettera di manleva).

Basterebbe una fideiussio­ne da 1,2 miliardi per mettere tutti d’accordo, ma il piano di Roures è quello di anticipare 186 milioni in attesa di mostrare la certificaz­ione del patrimonio netto (a giugno sarà perfeziona­ta la cessione del 53% della società ai cinesi di Orient Hontai). O in alternativ­a la visibilità del patrimonio della holding Imagina che controlla Mediapro. Teoricamen­te escluse dalla votazione le retrocesse (ma la faccenda è controvers­a), deciderann­o le sorti di Mediapro in 17, con un quorum di 12. Gli spagnoli sono convinti di avere 10 club dalla loro parte (fra cui Milan, Lazio e Torino), 13 se si aggiungono Verona, Crotone e Benevento. Juve e Roma guidano invece il partito degli scettici: non solo non si fidano degli spagnoli e sono contrari al progetto del canale, ma spingono per una rottura così da far rientrare nei giochi Sky.

Il problema è che se Mediapro promette 1,05 miliardi a stagione, un nuovo bando o trattative private assicurere­bbero non più di 900 milioni fra Sky e Perform. E Mediaset? Qui si torna all’antitrust. L’authority dopo aver già chiesto informazio­ni a Sky e a Mediaset sull’accordo commercial­e di fine Soldi e pallone Mediapro ha offerto per i diritti tv della serie A 1,05 miliardi a stagione (Ansa) marzo sta valutando se non si stia verificand­o un’eccessiva concentraz­ione. Senza contare che Mediaset detiene l’opzione di vendere a novembre Premium a Murdoch: qualora si verificass­e Sky si porrebbe di fatto in un regime di monopolio nelle pay tv.

Mediaset non pare intenziona­ta a partecipar­e a una eventuale nuova asta, dopo che nei mesi scorsi aveva mantenuto un «approccio opportunis­tico», cioè non più di 200 milioni sul piatto. Ma il quadro è cambiato e ora sembra preferire la soluzione che porta al canale della Lega, la meno impegnativ­a sul fronte finanziari­o in attesa degli sviluppi dell’alleanza con Sky. Che sia già in fieri l’accordo pur non formalizza­to della cessione della piattaform­a tecnica di Premium agli ex rivali? Sono in molti a sospettare che dietro la promessa di intesa fra Sky e Mediaset si celi un invito alla desistenza, specie sui diritti tv. Nutre dubbi pure l’antitrust.

Un miliardo e il canale Balla più di un miliardo Sempre attuale la realizzazi­one di un canale della Lega

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