Corriere della Sera

Dovizioso si butta via Rossi guida sopra i guai

Il ducatista cade, lo spagnolo domina davanti a Petrucci

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

Okay, il Cannibale è il Cannibale. Ma se tu ti cucini da solo e ti servi sul piatto con la carota in bocca allora è inutile anche stare a discutere. Succede al quinto giro, ed è un harakiri come pochi se ne sono visti negli ultimi anni: Dovizioso ha appena passato Lorenzo, è primo, la Ducati va che è una meraviglia e, Andrea dixit, «avevo la situazione in pugno, neanche stavo spingendo».

Ma la Motogp è un’avventura crudele che obbliga a stare sempre all’erta. «Io invece ero troppo tranquillo». E infatti, alla curva 6, ecco il suicidio: «Sono arrivato un po’ lungo, ma non gli ho dato importanza: non pensavo di poter perdere la moto». Papà Antonio, che seguiva la gara proprio in fondo alla discesa e vede il figlio correre da quando stava sul triciclo, aveva invece già capito tutto: «Era largo, ha pinzato, ho detto: “è andato’’». E infatti: Dovi si corica sull’asfalto e, mentre nella ghiaia si chiede disperato perché, gli altri procedono oltre. La sua gara è già finita. E forse, diciamolo, anche il suo Mondiale.

Perché poi Marquez che stravince il terzo Gp di fila è un colpo ferale non solo per Andrea — ora a meno 49 — ma per la concorrenz­a tutta. Con Zarco, idolo locale, che si cucina anch’egli da solo cadendo tre giri dopo Dovizioso mentre era secondo; con Lorenzo solito pilota praecox, primo per un terzo di gara e sesto alla fine; con i protagonis­ti di giornata Petrucci e Rossi che fanno una grande corsa, secondo e terzo, ma non ne hanno mai per avvicinarl­o, il Cannibale — già a +37 rispetto a un anno fa — mette 36 punti tra sé e il secondo in classifica, Viñales, e anche questo è tutto dire, perché Maverick ha fatto un solo podio ed è nettamente il big più deludente dopo Lorenzo.

Di Marquez ormai c’è poco da dire. Talento e freddezza ne fanno l’eroe assoluto di questa Motogp: «Dovi ne aveva di più — ha spiegato —: l’ho visto cadere e ho pensato solo a gestire il resto della gara». Per lui l’unico avversario per il titolo è proprio il ducatista. Da qui la sua gioia e la disperazio­ne di Andrea, che sa bene ciò che ha sprecato: «Errore stupido, non da Dovizioso: quando vai più veloce degli altri è inaccettab­ile buttare via così la gara. Mi scuso con tutti in Ducati. Purtroppo tra Jerez e qui ho perso 45 punti, perché qui potevo vincere. Pesante. Servirà tempo per metabolizz­are».

Per consolarci restano Petrucci e Rossi. Danilo, al sesto podio in carriera con la Ducati Pramac, si è inventato una gara enorme e ha rafforzato la candidatur­a come futuro partner di Dovi nel team ufficiale al posto di Lorenzo: «Secondo me lo merito». E anche secondo noi. Valentino si è preso un terzo posto di esperienza, svoltando all’ultimo sopra i problemi: «Spero sia una spinta per fare lavorare la Yamaha. Questo è il nostro massimo, non è un caso se non vinciamo da quindici gare. Come crescere? Ascoltando­mi». Accadrà per il Mugello, fra due settimane? Difficile: «Negli ultimi test lì abbiamo fatto pena», sospira. E indovinate chi volava? «Le Honda». Gara segnata pure in Toscana allora? Forse per Rossi, non per Dovizioso: «La Ducati è straveloce: da qui si riparte. Io ci credo ancora. Sennò cosa corriamo a fare?». Con questo Marquez, ogni tanto, viene proprio da chiedersel­o.

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(Afp) «Pecco» Francesco Bagnaia, 21, è un allievo di Rossi

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