Corriere della Sera

In sella alle Bonneville le vendite Triumph accelerano

- Stefano Martignoni

FIRENZE Se c’è una motociclet­ta che può essere identifica­ta con un marchio, questa è la Bonneville. Nata 59 anni fa, nel 1959, è il modello che ha segnato la «prima» vita di Triumph e lo ha poi (nel 2000) aiutato a brillare di nuovo. Il marchio, nato nel 1902, è l’unica family business al mondo in ambito motociclis­tico ed è saldamente nelle mani dell’inglese John Bloor.

Dopo una vita di successi commercial­i e sportivi, culminati nel 1959 con la produzione di quasi 47 mila motociclet­te, la congiuntur­a poco favorevole (compreso l’arrivo delle moderne e performant­i sportive giapponesi) accompagna­ta a decisioni poco lungimiran­ti, ha portato nel 1983 alla chiusura dello stabilimen­to di Meriden. Fu allora che Bloor acquistò il marchio e il sito produttivo. Nel 1990 il ritorno ufficiale con sei nuovi modelli al Salone di Colonia e finalmente, dieci anni dopo, il lancio della nuova Bonneville.

Ma, se una volta era solo «la» Bonnie, oggi la famiglia si è allargata e tra fratelli e cugini siamo arrivati a nove modelli e 12 versioni. Si parte con la Street Twin (8.900 euro) e si arriva alla Speedmaste­r (l’ultimo fiocco rosa è il suo), attraverso due motorizzaz­ioni da 900 cc (Street Twin, Street Cup, Street Scrambler e T100) e 1200 cc (riservate a T120, Thruxton, Bobber, Bobber Black e Speedmaste­r).

Triumph ne ha fatti di chilometri e oggi è uno dei marchi di prima grandezza, con 67 mila motociclet­te prodotte lo scorso anno e duemila dipendenti in sei impianti di proprietà, su tre continenti: due in UK, due in Thailandia, due in Brasile, dedicati all’assemblagg­io. Altri numeri di cui Bloor va fiero sono i 700 dealer e i 60 mila pannelli verniciati ogni anno, che considera indice di successo industrial­e poiché Triumph è il costruttor­e che più di ogni altro produce internamen­te componenti­stica integrata. Un’altra ossessione per gli uomini di Hinckley, sempre alla ricerca del perfect ride, come lo chiamano, è il piacere di guida e il milione abbondante di miglia di test fatto prima di affrontare il mercato lo testimonia meglio di tante parole.

Il marchio inglese ha progetti ambiziosi per il futuro e ritiene di poter superare le 85 mila unità prodotte entro il 2020, nel segmento oltre 500 cc, con la promessa di presentare 32 nuovi modelli entro la stessa data. Dal 2021 ci sarà poi un ulteriore importante sviluppo, frutto dell’accordo commercial­e appena stipulato con l’indiana Bajaj, maggior produttore mondiale di motociclet­te, per sviluppare modelli di media cilindrata da commercial­izzare nei Paesi emergenti attraverso la rete Triumph.

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La Triumph Thruxton R: costa 15.950 euro. Motore high-power 1.2 da 97 cavalli
Sportiva La Triumph Thruxton R: costa 15.950 euro. Motore high-power 1.2 da 97 cavalli

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