Una Mazda Mx-5 solo per 4 E quella terra promessa dove rivivono le sue antenate
Prendete PIEDICOLLE (PERUGIA) due «matti», perché di questo si tratta. Fatene arrivare uno dal Giappone e portatelo a casa dell’altro, in Umbria. Guardateli. Sembrano due bambini al Luna Park. Non sono le abbaglianti colline intorno a Todi a incantarli, no no. Piuttosto è quella distesa di 39 Mazda Mx-5 di ogni epoca che uno dei due, Andrea Mancini, ha collezionato negli ultimi trent’anni e la nuova Mx-5 a edizione limitata sulla quale l’altro «matto» venuto dall’oriente ha voluto mettere il suo autografo per impreziosirla ancora di più: Nobuhiro Yamamoto. Non è una firma qualunque, Yamamoto è l’essenza della storia di questa spider: «Ero in seconda media quando ho sentito parlare della Miata e del motore rotativo. Da quel momento lavorare come progettista in Mazda è sempre stato il mio unico desiderio. Realizzato». Miata è stato il primo nome della Mx-5. Altrimenti questo resort da sei stanze con piscina (e garage) inaugurato nei giorni scorsi da Andrea Mancini non potrebbe non chiamarsi Miataland. «Era il mio sogno e sarà il mio futuro», dice questo matto cinquantenne che lavora in Jaguar ma ama le Mazda Mx-5 con una passione fuori dal comune senza esserne, però, geloso: gli ospiti del resort possono utilizzarle per scorazzare su e giù lungo l’umbria. «Perché guidare la Mx-5 regala esperienze sensoriali incomparabili» sostiene convinto Yamamoto che ha voluto condensare tutto il suo sapere tecnicosentimentale nella «Mx5 Yamamoto Signature» nera con inserti rossi sulla pelle e un po’ ovunque. Un motore da 1,5 litri per 131 cavalli. Costa 37,500 euro. Ma se ne faranno solo quattro esemplari e considerando che un paio le acquisteranno sicuramente i due «matti», ne resta solo una coppia...
Guardare e non toccare, dunque. Mancini allora ci allunga le chiavi di una NA del 1994, bianca, che ha un buon profumo di pelle vecchia e un motore così brillante che pare nuovo. Via, si parte verso Todi, tra salite e discese. «Arigato» Yamamotosan, «Ciao» Andrea. Ci si rivede alla prossima Mx-5. Tanto questa storia pare debba durare ancora parecchio.