Corriere della Sera

Da Savona a Castelli, tutti gli ostacoli E spunta anche Moavero Milanesi

Affari europei, il nome dell’ex ministro di Monti e Letta. Economia, alternativ­a Rossi

- Di Emanuele Buzzi e Marco Cremonesi

Equilibri non ancora stabili e uno schema, quello dei papabili ministri, in divenire. Con qualche sorpresa nel totonomi, come l’ingresso di Enzo Moavero Milanesi, ministro dei governi Monti e Letta. Lega e Cinque Stelle lavorano agli ultimi ritocchi alla squadra di governo per offrire da una parte la «carica rivoluzion­aria» che i loro elettori si attendono, dall’altra per tranquilli­zzare mercati e opinione pubblica meno militante.

Tra gli stellati rimangono elevate le preoccupaz­ioni che qualche personalit­à possa risultare sgradita al Colle. E proprio quest’ultimo punto agita le acque. «Lasciateci lavorare, presto saprete i nomi», tagliano corto ai piani alti del partito. Ma tra le caselle che scottano resta sempre in primo piano quella dell’economia. «Dei ministri se ne occupa il presidente del Consiglio che sarà incaricato», glissa Luigi Di Maio. Il nome di Paolo Savona rimane sul tavolo, in cima alla lista. Però si studia anche un piano b e nel toto-nomi spunta anche il direttore generale della Banca d’italia, Salvatore Rossi. Del resto, i timori riguardano anche altri ministeri.

La composizio­ne della squadra, anche per questo, è in evoluzione. Per la Difesa si delinea la pista che porta a Elisabetta Trenta, nella squadra M5S presentata già prima delle elezioni. Ma la novità forse più significat­iva è il nome di Enzo Moavero Milanesi, grande esperto di rapporti con l’unione europea e gradito al Quirinale. Un nome per molti versi di garanzia.

Ma il domino interno è in movimento. Resta aperta la questione vicepremie­r. «Salvini e Di Maio assumerann­o quel ruolo», dicono convinti i vertici Cinque Stelle. Ma la Lega nicchia, il segretario non è ancora del tutto convinto. E per il capo politico M5S c’è anche il nodo del super-ministero (Lavoro e Sviluppo Economico): per l’accorpamen­to, tuttavia, serve un decreto del Consiglio dei ministri dm e la pattuglia di Salvini continua a rivendicar­e il Lavoro. «Ne discuteran­no nelle prossime ore», dicono i pentastell­ati. Anche se qualcuno riflette sul fatto che spetterebb­e così ai leghisti il delicato tema dell’abolizione della riforma Fornero. Sul tavolo c’è anche la collocazio­ne di Laura Castelli alle Infrastrut­ture: il timore è

che possa risultare, per via dei suoi trascorsi No Tav, discutibil­e per quel dicastero. Da questo punto di vista, torna alla ribalta un altro nome targato Lega, quello di Giuseppe Bonomi, già presidente di Alitalia e di Sea e oggi amministra­tore delegato di Arexpo. Per la deputata a Cinque Stelle rimane in piedi una seconda strada che porta alla Pubblica Amministra­zione. Mentre Danilo Toninelli potrebbe invece occuparsi di Riforme Istituzion­ali.

Anche tra i leghisti la lista dei possibili ministri è stata in qualche modo ritoccata nelle ultime 24 ore. Nicola Molteni, per esempio, è dato all’agricoltur­a in alternativ­a a Lorenzo Fontana. Giancarlo Giorgetti sarà probabilme­nte sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, mentre Giulia Bongiorno potrebbe essere la nuova Guardasigi­lli. L’ex avvocato di Andreotti era anche assai citata per il ministero ai Rapporti con il Parlamento, che invece potrebbero essere affidati a Roberto Calderoli. Confermati i nomi del capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio al Turismo e quello dell’ex assessore lombardo Simona Bordonali alla Famiglia e alle Disabilità.

Intanto, il governo pentaleghi­sta in gestazione viene bersagliat­o, dopo le critiche di Paola Nugnes, anche dalle cannonate del senatore stellato Elio lannutti. «Governo M5s-lega: cambiament­o o restaurazi­one? — si domanda su Facebook Lannutti — Leggo nomi estranei a principi e valori, cariatidi, lestofanti del potere marcio e corrotto, legati a cricche, combriccol­e, faccendier­i, logge coperte, grembiulin­i, pseudo Autorità e manutengol­i del potere che ho combattuto per oltre 30 anni. Spero di sbagliarmi, ma se così fosse, sarebbe una tragedia ed il tradimento di un sogno».

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