«Liberi tutti», 4 modi per vivere il weekend
«Il tempo per leggere è sempre tempo rubato, come il tempo per scrivere d’altronde, o il tempo per amare. Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere», scrive Daniel Pennac. Ma «il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere». E allora «la questione non è sapere se ho o non ho tempo per leggere (nessuno ha tempo, d’altronde) ma se mi concedo o no la gioia di essere lettore». Il segreto forse è qui: il tempo è importante, ma sapersi concedere la gioia di essere o di fare qualcosa — senza che finisca nella lista dei doveri — viene prima del calcolo su quanto tempo libero resta dopo aver depennato i doveri quotidiani. «Si è mai visto un innamorato non avere tempo per amare?», insiste Pennac. No, perché amare, come concedersi una gioia, «dilata il tempo per vivere». Pensi di «perdere tempo» e invece lo guadagni. Stando alla lezione di Pennac, dire «non ho tempo di andare in palestra oggi, ho troppe cose da fare», è porre male la questione. Se la domanda viene ribaltata, le cose già cambiano: «Cosa devo fare di così inderogabile oggi da non potermi concedere la gioia di andare in palestra?».
Liberitutti ha questa ambizione: ribaltare le domande. Dilatare il tempo del weekend svuotandolo dall’ansia del dover fare per lasciare spazio ad altro, altrettanto importante. Alla cura delle proprie passioni, piccole e grandi. Alla voglia di conoscere luoghi nuovi, di aprire spazi di dialogo, di sperimentare se stessi su terreni sconosciuti. Al bello della vita: bello delle persone — per confrontarne le storie con la propria — degli animali, delle cose, del fare, dell’essere, secondo le sezioni — mai rigide, perché Liberitutti ha l’ambizione anche di andare oltre le categorie — in cui è ordinato il nuovo supplemento del venerdì del Corriere. Chi, con Pennac, condivide il piacere di leggere troverà pane per i suoi denti. Chi cerca solo informazioni pratiche e idee da sperimentare, altrettanto. «Se dovessimo considerare l’amore tenendo conto dei nostri impegni, chi mai si arrischierebbe?», chiude lo scrittore della saga di Malaussène. Pensiamoci, c’è l’intero weekend per rispondere.