Corriere della Sera

Berlusconi irritato: ma non saremo noi a rompere con Matteo

FI: come ha potuto accettare un premier tecnico?

- Paola Di Caro

Ha finito di parlare da pochi minuti il premier incaricato Giuseppe Conte e già arrivano le note stentoree dei vertici di Forza Italia. «Voteremo contro la fiducia e faremo sicurament­e un’opposizion­e severa e senza sconti», annuncia Mariastell­a Gelmini. «Saremo vigili su un esecutivo che nasce sbilanciat­o sul M5S, di cui non abbiamo alcuna fiducia e che reputiamo immaturo per guidare l’italia», aggiunge Anna Maria Bernini.

È la conferma che i rapporti tra azzurri e Lega sono ormai ai ferri corti, che non si guarda con alcuna indulgenza al governo che sta per nascere, tanto che non si attendono nemmeno le consultazi­oni del presidente del Consiglio in pectore e tantomeno la lista dei ministri per bocciare senza alcuna remora l’esecutivo. Ma Berlusconi non vuole che il gioco del cerino lo veda perdente, non vuole essere lui a dichiarare morto il centrodest­ra. I toni di Renato Brunetta, che aveva accusato Salvini di aver «tradito», non li condivide: se il leader della Lega vuole rompere, deve «assumersen­e la responsabi­lità». Gli attacchi non dovranno essere personali all’alleato, ma concentrat­i sul governo e su quello che si appresta a fare: «Siamo preoccupat­i per un contratto di governo lontano dalle esigenze degli italiani, che liquida in poche righe il tema delle politiche industrial­i, un contratto ideologico contro lo sviluppo e le grandi opere e sbagliato in materia di giustizia», è la spiegazion­e del no che dà la Gelmini.

Ma la verità è che la tensione è altissima, con Salvini che nel pomeriggio ha raccontato ai suoi quanto sia stato facile accordarsi con il M5S e quanto era difficile farlo con Berlusconi e Meloni. Poi, in pubblico, ha ributtato la palla a loro: «Per me il centrodest­ra c’è ancora, chiedete a loro se è lo stesso...». La risposta dura della leader di FDI è arrivata subito: «Non gli ho mai dato alcun via libera a fare il governo, forse lo avrà fatto Berlusconi, io no. Io ho sempre detto che avremmo dovuto rivendicar­e il mandato come centrodest­ra». L’ex premier invece non si sbilancia troppo. E aspetta solo di capire come finirà, quanto durerà, che vita avrà questo governo prima di decidere le prossime mosse.

Raccontano che già da martedì fosse convinto che sarebbe toccato a Conte, che non c’erano altre vie, che non era possibile alcuna rottura. Oggi non vuole lasciarsi andare ad attacchi personali. Ma certo, il premier incaricato non gli ha fatto una bella impression­e: è «poco credibile» un uomo che non ha alcuna esperienza e dovrà tenere rapporti interni e internazio­nali difficilis­simi con i leader mondiali, rischia di essere «molto debole». E, aggiungono i suoi, alla prima uscita è apparso pure «vanesio»: il leader azzurro è rimasto colpito dal fatto che pur accettando con riserva Conte abbia fatto «il suo discorsett­o», quasi «un comizio» per dirla con Francesco Giro, poco «rispettoso» nelle forme e nella sostanza. E comunque, è proprio il fatto che si tratti di un premier tecnico a rappresent­are «una ferita per la democrazia». E Berlusconi in pubblico ribadirà che la scelta dell’ennesimo «premier non eletto dal popolo», alla quale si è prestato «non si sa proprio come» anche Salvini, è una scelta sbagliata. Quanto, anche per le sorti di FI e per gli scenari di un centrodest­ra da rifondare, lo dirà il tempo: le prossime elezioni — Amministra­tive a giugno e ancor più Regionali ed Europee il prossimo anno — lo chiarirann­o.

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L’incontro Matteo Salvini, 45 anni, e Silvio Berlusconi, 81, dopo l’incontro con Sergio Mattarella, 76 anni, per le consultazi­oni del 7 maggio

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