Corriere della Sera

«Non siamo euroburocr­ati, le regole vanno rispettate L’italia? Riduca il deficit»

Il vicepresid­ente a Bruxelles: i Paesi discutano il futuro dell’unione

- di Federico Fubini

Ogni volta che arriva una critica da Bruxelles, ormai la risposta è sempre la stessa: burocrati non eletti.

Valdis Dombrovski­s, vicepresid­ente della Commission­e Ue: lei è un burocrate non eletto?

«La Ue e il suo mercato funzionano se tutti seguono le stesse regole. Per questo esistono istituzion­i alle quali gli Stati hanno delegato certe competenze, inclusa la vigilanza di bilancio. Noi facciamo proposte, tocca ai governi decidere».

Dunque lei davvero non è eletto?

«Be’, noi della Commission­e siamo stati delegati dai governi dei nostri Paesi e prima di essere nominati affrontiam­o audizioni al parlamento Ue. Alla fine l’intera Commission­e dev’essere approvata dal parlamento, votato dai cittadini. Non direi che non siamo eletti».

Ha visto il programma M5s-lega?

«Il governo si sta formando. Per ora posso solo dire che è importante tenere la rotta di politiche di bilancio e macroecono­miche responsabi­li».

Che significa?

«La nostra raccomanda­zione prevede una correzione struttural­e dello 0,3% del Pil sul 2018, al netto delle una tantum e degli effetti ciclici. Per il 2019, la raccomanda­zione è di una correzione dello 0,6%».

Uno 0,3% sul 2018, più 0,6% sul 2019: 15 miliardi da trovare. Tutto in legge di Stabilità o anche con una manovra correttiva in estate?

«Sul 2019 esprimerem­o la nostra raccomanda­zione sulla bozza di legge di Stabilità. Per quanto riguarda il 2018 la valutazion­e formale avviene nella primavera 2019, e si baserà sui risultati del 2018».

Chiedete una manovra durante l’anno?

«Non posso dirlo ora. Ne parleremo con il nuovo governo».

Sa che non esiste una maggioranz­a a Roma per fare quelle cose?

«Non posso dire di più, dovremo parlarne con il governo. Ma l’italia ha un livello di debito pubblico molto alto, il secondo più alto nella Ue dopo la Grecia. È importante che continui con politiche prudenti, riduca il deficit e faccia scendere il debito».

C’è chi pensa che l’italia sia abbastanza grande da minacciare l’uscita e piegare l’intero sistema, perché può distrugger­e l’euro. Che dice?

«Discuterem­o con il nuovo governo per capire quali sono le sue intenzioni».

Parlano anche di controrifo­rma delle pensioni…

«Noi proponiamo di ridurre la quota delle pensioni di anzianità sulla spesa, il che permettere­bbe di rinforzare altre forme di spesa sociale».

Luigi Di Maio ringrazier­à la Brrd, la direttiva Ue sul bail-in bancario: lo choc per la sua applicazio­ne rigida nel 2015 ha messo le ali a M5S.

«L’unione bancaria e la Brrd sono conseguenz­e della crisi e dei salvataggi delle banche con denaro dei contribuen­ti. Non vedo molti che vogliano tornare al sistema in cui le banche sbagliano e i contribuen­ti pagano».

Ma la maggioranz­a gialloverd­e propone di cancellare il bail-in.

«Mi pare che l’applicazio­ne della Brrd in Italia sia stata misurata, se si guarda a Mps e alle banche venete. Questo mostra che la direttiva offre vie per affrontare diversi casi, anche con rimborsi ai risparmiat­ori. Ci siamo comportati ragionevol­mente».

L’olanda ha versato alle sue banche il 16% del Pil, la Germania il 9%. Arriva l’italia con l’1% ed è scandalo. Due pesi e due misure?

«Se è per questo l’irlanda ha messo più del 30% ed è finita con la Trojka. È stata una lezione della crisi, condivisa dall’italia: limitare questi salvataggi con fondi dei contribuen­ti. Ma gli interventi olandesi e tedeschi sono avvenuti prima che scattasser­o le nuove regole sugli aiuti di Stato».

Irlanda e Olanda chiedono che sui Paesi fragili scatti il bail-in sul debito sovrano. Però sottraggon­o 200 miliardi di base fiscale al resto d’europa agendo da paradisi fiscali. Coerente?

«Nelle nostre raccomanda­zioni mettiamo il problema sul tavolo e ci muoviamo anche sugli aiuti di Stato. Abbiamo trovato forme di concorrenz­a fiscale sleale tramite aiuti selettivi ad alcune aziende: il caso più noto è Apple ma ce ne sono altri in Irlanda, Olanda, Lussemburg­o. Abbiamo varie altre iniziative su questo».

Come mai tanta insistenza perché l’italia rispetti le regole, quando la Germania viola indisturba­ta i vincoli sull’eccesso di surplus esterno?

«Ciascuno ha le proprie percezioni. Se va in Germania, ne hanno altre. Ma la Germania è considerat­a da noi un Paese con squilibri macroecono­mici e le raccomandi­amo di usare il suo spazio di bilancio per investire. E mi faccia dire che quando la Commission­e propose la comunicazi­one sulla flessibili­tà di bilancio nel 2015, fu l’italia a beneficiar­ne. Questo in altri Paesi ha generato la percezione che è l’italia a godere di trattament­i di favore».

Far rispettare le regole è il vostro lavoro. Poi nominate Martin Selmayr, tedesco, iscritto al Ppe, segretario generale della Commission­e e l’europarlam­ento vi accusa di aver violato tutte le procedure.

«Quella nomina è stata esaminata più di ogni altra. Il parlamento ha fatto una valutazion­e e la conclusion­e è che le regole applicabil­i sono state seguite. Ma ha fornito anche raccomanda­zioni, che la Commission­e ha recepito».

La Ue è diventata sinonimo di reprimende e sacrifici. Che può dire di positivo a chi crede in un futuro europeo per l’italia?

«Non è qualcosa che debba essere discusso esclusivam­ente a Bruxelles. Dopo la Brexit c’è una discussion­e sul futuro dell’europa, ma è importante che i Paesi contribuis­cano. La solidariet­à europea porta benefici a tutti. L’italia ha beneficiat­o della flessibili­tà e nella crisi migratoria noi della Commission­e abbiamo proposto la protezione delle frontiere e i ricollocam­enti».

Che non hanno funzionato.

«Hanno funzionato meglio per la Grecia».

Sa che per la Lega il fatto che la Ue abbia abbandonat­o l’italia sui migranti è stata una manna elettorale?

«Non vi abbiamo abbandonat­o. Noi alla Commission­e Ue la proposta di ridistribu­ire i rifugiati l’abbiamo fatta e la controvers­ia contro di noi è stata enorme, in vari Paesi. Dunque non è “colpa di Bruxelles”. Noi proponiamo, l’europarlam­ento approva, poi anche i governi devono farlo. Non decidiamo da soli qui a Bruxelles».

 Una manovra durante l’anno? Non posso dirlo adesso. Ne parleremo con il nuovo governo, una volta che sarà al lavoro

 Noi Commission­e facciamo al massimo proposte di raccomanda­zione, tocca ai governi prendere le decisioni

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Il commissari­o Ue per la stabilità finanziari­a e vicepresid­ente della Commission­e, il lettone Valdis Dombrovski­s, 46 anni: è stato premier della Lettonia dal 2009 al 2014
Chi è Il commissari­o Ue per la stabilità finanziari­a e vicepresid­ente della Commission­e, il lettone Valdis Dombrovski­s, 46 anni: è stato premier della Lettonia dal 2009 al 2014

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