Reddito, pensioni, Ilva e Tav Le perplessità di Confindustria
Boccia: no a un governo contro economia ed Europa. Applausi a Gentiloni
Dallo stop alla Tav al reddito di cittadinanza, dalla riforma della Fornero alla chiusura dell’ilva: le ricette giallo-verdi per l’economia non convincono Confindustria.
Ieri — con la sua relazione annuale davanti all’assemblea dell’associazione — il presidente Vincenzo Boccia ha marcato varie perplessità. Ascoltate in platea anche da Claudio Borghi e Armando Siri della Lega e da un drappello di parlamentari a 5 Stelle (Gianni Girotto, Daniele Pesco, Mario Turco, Lorenzo Fioramonti). Nello stesso tempo Boccia ha manifestato l’apprezzamento per l’azione del governo uscente. Una sintonia plasticamente rappresentata dalla presenza in prima fila dell’esecutivo quasi al completo, presidente del Consiglio Gentiloni in testa, applaudito dalla platea. Il titolare dello Sviluppo economico Carlo Calenda, poi, è intervenuto con un’analisi della congiuntura politico-economica e delle ragioni della sconfitta elettorale perfetta anche per un’assemblea del Pd.
Il presidente di Confindustria lamenta la mancanza dell’industria tra le priorità del «contratto di governo». Inoltre per Boccia sarebbe sbagliato cercare sconti su deficit e debito. Il no alla riforma della Fornero e al taglio delle pensioni d’oro è implicito: «Le pensioni sono importanti, un diritto acquisito è sacrosanto, ma non possiamo scaricarne l’onere sui giovani». Confindustria fa notare che «scricchiola la forza della ripresa». E che l’unica medicina è rilanciare il lavoro (a partire da quello dei giovani) e le infrastrutture. Perché «rischiamo di perdere irrimediabilmente centralità rimettendo in discussione Terzo valico, Tav e Tap». Per finire, il caso Sicindustria, con l’indagine che coinvolge gli ultimi due presidenti, Giuseppe Catanzaro e Antonello Montante: «La regola è valutare i fatti una volta che le indagini siano concluse — ha detto Boccia —. L’auspicio è che ciò avvenga quanto prima».
La platea
I leghisti Borghi e Siri e alcuni parlamentari M5S in platea con i ministri uscenti