Corriere della Sera

La contesa per il tesoro del galeone

Colombia-unesco, lite per il San José Nasconde lingotti per 10 miliardi

- Di Agostino Gramigna

Il punto dell’affondamen­to

All’origine della guerra (politica) c’è una vecchia mappa. Di quelle che si vedono nei film di pirati. Chi l’ha in mano e l’osserva è interessat­o al punto che indica la costa di Cartagena de Indias, in Colombia. Perché è lì, negli abissi, a più di 600 metri di profondità, che giace il leggendari­o galeone San José. La mappa è nelle mani di Manuel Santos, presidente colombiano, che l’ha ricevuta in dono tre anni fa da uno storico cubano. È felice. I suoi collaborat­ori più stretti dichiarano di non averlo mai visto così. Ma sarà il contenuto di quella mappa che porterà Santos, futuro Nobel per la Pace (2016), a provocare la guerra (politica) tra il suo Paese e l’unesco. L’elemento che scatena la contesa è proprio il San José, ritrovato tre anni fa dopo 307 anni.

Santos vuole portare in superficie il galeone spagnolo affondato nel 1708 dai cannoni dell’ammiraglio inglese Charles Wager e sottrarlo al cimitero subacqueo dove da secoli, tra pesci e correnti, è sepolto ciò che resta (niente) dei 600 uomini dell’equipaggio. I corpi umani non ci sono più, mangiati dal mare, ma le merci che trasportav­a il galeone sì. Solo tra monete e lingotti d’oro il tesoro potrebbe valere oltre 10 miliardi di euro.

Affare di Stato. Santos ne parla così. Rivendica tutto il carico che definisce «patrimonio nazionale». L’unesco interviene e denuncia. Il San José, dice, appartiene al mondo, alla culturale universale. La Colombia si appella ad una legge del Paese del 2013, che consente di utilizzare il tesoro anche a scopo di lucro. Per l’unesco, tuttavia, la norma viola la Convenzion­e sul patrimonio culturale subacqueo entrata in vigore nel 2009. Ernesto Montenegro, uno dei responsabi­li dell’operazione di recupero giustifica così la posizione colombiana: «Non accettiamo limitazion­i su Le tappe

● Il galeone spagnolo San José pesava 1.200 tonnellate: era dotato di 64 cannoni

● Partito nel marzo del 1706 da Cadice, in Spagna, è stato affondato dagli inglesi l’8 giugno 1708 questioni che mettono in discussion­e la sovranità e l’autonomia nazionali nella gestione dei beni. Tanto più che noi non abbiamo firmato la Convenzion­e».

L’accusa mossa dall’unesco è che nella società che dovrebbe finanziare l’operazione di recupero ci sono noti cacciatori di tesori, che hanno come scopo il profitto. Auron Tare, presidente del Consiglio consultivo della Convenzion­e, ha dichiarato: «Disperdere la collezione di oggetti trovati e, quel che è peggio, finanziare lo scavo attraverso la vendita del patrimonio, distrugge le più preziose tracce del passato che le acque della Colom- bia hanno da offrire».

Santos però non si ferma. Procede: è pronto il contratto di oltre 600 pagine, sono stati individuat­i i partner privati che dovrebbero finanziare il recupero (tra questi Anthony Peter Clake, membro di un fondo di venture capital britannico) ed è definito l’investimen­to. Che comprende la spedizione, la costruzion­e di un laboratori­o per analizzare i materiali e un museo a Cartagena de Indias.

L’inventario è già iniziato grazie a un complesso lavoro fotografic­o. Negli scatti si riconoscon­o le forme di cannoni, anfore, pentole, altro materiale da cucina e una discreta quantità di porcellana cinese. «Tutte le merci saranno classifica­te — afferma Montenegro —. E una volta stabilito cosa è patrimonio e cosa no, si deciderà cosa si può vendere e cosa invece finirà nei musei».

Le polemiche dureranno ancora. Del resto sono decenni che il San José, con il suo leggendari­o carico di preziosi, alimenta sogni e litigi. Di chi è veramente? Fosse dipeso da un altro Nobel colombiano, Garcia Marquez, la contesa tra Colombia e Unesco forse non ci sarebbe stata. Florentino Ariza, protagonis­ta di un suo romanzo (L’amore ai tempi del colera), scrive una lettera a Fermina Daza, la sua amata. Nella missiva la informa di essere impegnato nel recupero di un tesoro. Che vorrebbe consegnare a lei. È quello del galeone affondato l’8 giugno del 1708.

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Il dipinto L’olio su tela del 1708 di Samuel Scott, «Combattime­nto navale a largo di Cartagena», che illustra l’affondamen­to del galeone spagnolo San José
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 ??  ?? L’imbarcazio­ne Il disegno del San José al museo navale di Madrid. Sopra i cannoni e i vasi affondati con il galeone
L’imbarcazio­ne Il disegno del San José al museo navale di Madrid. Sopra i cannoni e i vasi affondati con il galeone

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