«Le tegole sulla testa dei dirigenti scolastici»
Vorrei sottolineare l’assurda condizione in cui si trovano ad agire i dirigenti scolastici (presidi) della scuola italiana. Oberati da oneri e responsabilità crescenti, con le «casse vuote» per venire incontro alle esigenze di un’utenza sempre più problematica, il riconoscimento economico è rimasto praticamente immutato negli anni e l’equiparazione agli altri dirigenti della stessa area sembra tramontato da tempo. Pur nella carenza cronica degli organici, nel frattempo si sono allungati i tempi per il concorso di nuovi presidi, con la conseguenza che col prossimo anno molti degli attuali dirigenti avranno «la reggenza» oltre a quelli che già l’hanno dovuta «sperimentare» in questi anni. In pratica si tratta di assumere la responsabilità di un’altra scuola oltre la propria a fronte di una esigua indennità pro-tempore che arriva dopo mesi. Dire «scuola di titolarità» è ancora dire poco, perché ormai un istituto è composto di più plessi ed ereditarne un altro con la reggenza significa trovarsi a dirigere anche otto/dieci plessi — dalla scuola d’infanzia alle superiori, — a km di distanza uno dall’altro, con un migliaio e oltre di studenti e altrettante famiglie. La caduta dei controsoffitti nelle aule fa notizia (e ci mancherebbe altro!), ma ci sono altre tegole che cadono addosso quotidianamente a chi opera nella scuola.