Corriere della Sera

Jova dietro le quinte

Cinquanta minuti di allenament­i Dieta con uova e verdure bio Una squadra fissa di 120 persone

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Laffranchi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Finisce tutto con Jova VERONA che scende dal palco e fugge dall’arena in scooter. Questa volta l’hotel è dietro l’angolo, casco in testa e via. Data numero 50 del «Lorenzo Live 2018»: ne mancano una ventina, festa finale il 3-4 luglio a Milano e 550 mila i biglietti già venduti. «Questo tour lo valuto dagli occhi delle persone — racconta Lorenzo —. E sinora non ci ho visto dentro nulla di brutto. Le parole che mi tornano indietro più di frequente sono gioia e vitalità».

La Jova-giornata on the road comincia presto. Sveglia entro le 8 e mezza, un’ora in più di sonno il giorno dopo lo show; un cucchiaino di burro chiarifica­to a stomaco vuoto per dare energia; fascia cardio che trasmette via cloud i parametri fisici per pianificar­e i 45-50 minuti di allenament­o mattutino nella palestra itinerante allestita in albergo: «Un tour è come una corsa ciclistica a tappe e lui è un atleta, sia fisicament­e sia mentalment­e, che canta», spiega il preparator­e-terapista Fabrizio Borra.

A tavola non si sgarra. Alla dieta ci pensa Maria Vittoria Griffoni: «Curcuma ovunque, verdure bio a vapore o crude, pesce al forno, e le famose uova alla Jova». Ricetta? «Sei bianchi montati a neve in forno e a metà cottura si aggiungono un paio di rossi». Altro che sesso droga e rock’n’roll: «Secondo me non è mai stato così. Per lo meno dopo i 20 anni, quando tutti si devono dare una regolata», ride Jova.

Le ore trascorron­o lente: buone letture, film e serie tv da vedere in famiglia e nel tardo pomeriggio il trasferime­nto verso i camerini. Con lui arriva anche Marco Sorrentino, suo manager da 18 anni: «Il nostro è un rapporto genitore-figlio. Anzi conosco più lui del mio che ha solo 10 anni. Certo, a volte lo ammazzerei, ma so quello che pensa ancora prima che parli». Durante il concerto siete sicuri di trovarlo al mixer. «Sono sempre teso, non vi dico quella volta che a Milano per 4 secondi non si è sentita la voce, ma da quella posizione si amplifican­o le emozioni e mi godo il pubblico». L’altra figura chiave è quella di Maurizio Salvadori che con Trident produce i tour di Jova da 30 anni. «Lorenzo si confronta con show internazio­nali. E se quelli ammortizza­no i costi su più date, qui ci vogliono fantasia, idee e una squadra di primo livello. Lui è come Fellini, lavora senza budget. Nel 2013 non era soddisfatt­o del progetto luci. Recuperai il piano di produzione di Robbie Williams per mostragli che avevamo 94 punti luce in più».

La band è già nei camerini. Sono arrivati per le prove delle 16.30 con il sound engineer Pino «Pinaxa» Pischetola: «Abbiamo scelto dei suoni crudi, alla James Brown». «Un tour è un’esperienza di convivenza forzata — dice Saturnino —. Per alleggerir­e il clima ed evitare la routine organizzo scherzi: vittima predestina­ta Franco Santarnecc­hi, il pianista». Gente che viene e gente che va. In questi mesi il camerino di Jovanotti (divano, chitarra, frigo, bollitore, miele e frutta secca, immancabil­i le noci di macadamia) è diventato un set fotografic­o: colleghi, amici, sportivi, personalit­à… A gestire il traffico, e la sicurezza quando si butta nella folla, gli occhi vigili e i muscoli gentili del personal assistant Emiliano Segatori. Jova visto da molto vicino? «Il comandante: è il primo a salire sulla nave e l’ultimo a scendere. Sempre col sorriso». Per qualcuno la giornata era iniziata quando ancora era buio. C’è una squadra fissa di circa 120 persone (cui se ne aggiungono altrettant­e reclutate localmente) che, a turni, lavora all’allestimen­to. Quando si arriva in una nuova città, il cantiere apre alle 5 del mattino del giorno che precede il debutto e il montaggio procede fino alle 2 di notte per poi riprendere all’alba. Lo spettacolo viaggia su 15 tir (2 solo per i lampadari realizzati su misura, ora all’asta per beneficenz­a) che portano 53 tonnellate di materiale. Dice il direttore di produzione Andrea Staleni: «Lo show è un vestito su misura e noi siamo i sarti: dobbiamo consegnarl­o nei tempi giusti e in totale sicurezza. Nonostante tutto riesco ancora a godermelo quando inizia». Alle 21 tocca a Lorenzo scatenare la tempesta perfetta: tecnologia e anima, ironia e profondità, il blocco di «Oh, vita!» — già triplo platino — che scivola fra le hit ed è già mezzanotte. Il motorino sgasa. Immersione rigenerant­e in una vasca di ghiaccio, massaggio e cena. E si riparte.

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La Jovagiorna­ta in 4 scatti. In alto e a sinistra, gli allenament­i. Sotto: i bianchi d’uovo montati a neve che gli prepara la chef e Lorenzo che lascia l’arena in motorino
Scatti La Jovagiorna­ta in 4 scatti. In alto e a sinistra, gli allenament­i. Sotto: i bianchi d’uovo montati a neve che gli prepara la chef e Lorenzo che lascia l’arena in motorino
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