Jova dietro le quinte
Cinquanta minuti di allenamenti Dieta con uova e verdure bio Una squadra fissa di 120 persone
Finisce tutto con Jova VERONA che scende dal palco e fugge dall’arena in scooter. Questa volta l’hotel è dietro l’angolo, casco in testa e via. Data numero 50 del «Lorenzo Live 2018»: ne mancano una ventina, festa finale il 3-4 luglio a Milano e 550 mila i biglietti già venduti. «Questo tour lo valuto dagli occhi delle persone — racconta Lorenzo —. E sinora non ci ho visto dentro nulla di brutto. Le parole che mi tornano indietro più di frequente sono gioia e vitalità».
La Jova-giornata on the road comincia presto. Sveglia entro le 8 e mezza, un’ora in più di sonno il giorno dopo lo show; un cucchiaino di burro chiarificato a stomaco vuoto per dare energia; fascia cardio che trasmette via cloud i parametri fisici per pianificare i 45-50 minuti di allenamento mattutino nella palestra itinerante allestita in albergo: «Un tour è come una corsa ciclistica a tappe e lui è un atleta, sia fisicamente sia mentalmente, che canta», spiega il preparatore-terapista Fabrizio Borra.
A tavola non si sgarra. Alla dieta ci pensa Maria Vittoria Griffoni: «Curcuma ovunque, verdure bio a vapore o crude, pesce al forno, e le famose uova alla Jova». Ricetta? «Sei bianchi montati a neve in forno e a metà cottura si aggiungono un paio di rossi». Altro che sesso droga e rock’n’roll: «Secondo me non è mai stato così. Per lo meno dopo i 20 anni, quando tutti si devono dare una regolata», ride Jova.
Le ore trascorrono lente: buone letture, film e serie tv da vedere in famiglia e nel tardo pomeriggio il trasferimento verso i camerini. Con lui arriva anche Marco Sorrentino, suo manager da 18 anni: «Il nostro è un rapporto genitore-figlio. Anzi conosco più lui del mio che ha solo 10 anni. Certo, a volte lo ammazzerei, ma so quello che pensa ancora prima che parli». Durante il concerto siete sicuri di trovarlo al mixer. «Sono sempre teso, non vi dico quella volta che a Milano per 4 secondi non si è sentita la voce, ma da quella posizione si amplificano le emozioni e mi godo il pubblico». L’altra figura chiave è quella di Maurizio Salvadori che con Trident produce i tour di Jova da 30 anni. «Lorenzo si confronta con show internazionali. E se quelli ammortizzano i costi su più date, qui ci vogliono fantasia, idee e una squadra di primo livello. Lui è come Fellini, lavora senza budget. Nel 2013 non era soddisfatto del progetto luci. Recuperai il piano di produzione di Robbie Williams per mostragli che avevamo 94 punti luce in più».
La band è già nei camerini. Sono arrivati per le prove delle 16.30 con il sound engineer Pino «Pinaxa» Pischetola: «Abbiamo scelto dei suoni crudi, alla James Brown». «Un tour è un’esperienza di convivenza forzata — dice Saturnino —. Per alleggerire il clima ed evitare la routine organizzo scherzi: vittima predestinata Franco Santarnecchi, il pianista». Gente che viene e gente che va. In questi mesi il camerino di Jovanotti (divano, chitarra, frigo, bollitore, miele e frutta secca, immancabili le noci di macadamia) è diventato un set fotografico: colleghi, amici, sportivi, personalità… A gestire il traffico, e la sicurezza quando si butta nella folla, gli occhi vigili e i muscoli gentili del personal assistant Emiliano Segatori. Jova visto da molto vicino? «Il comandante: è il primo a salire sulla nave e l’ultimo a scendere. Sempre col sorriso». Per qualcuno la giornata era iniziata quando ancora era buio. C’è una squadra fissa di circa 120 persone (cui se ne aggiungono altrettante reclutate localmente) che, a turni, lavora all’allestimento. Quando si arriva in una nuova città, il cantiere apre alle 5 del mattino del giorno che precede il debutto e il montaggio procede fino alle 2 di notte per poi riprendere all’alba. Lo spettacolo viaggia su 15 tir (2 solo per i lampadari realizzati su misura, ora all’asta per beneficenza) che portano 53 tonnellate di materiale. Dice il direttore di produzione Andrea Staleni: «Lo show è un vestito su misura e noi siamo i sarti: dobbiamo consegnarlo nei tempi giusti e in totale sicurezza. Nonostante tutto riesco ancora a godermelo quando inizia». Alle 21 tocca a Lorenzo scatenare la tempesta perfetta: tecnologia e anima, ironia e profondità, il blocco di «Oh, vita!» — già triplo platino — che scivola fra le hit ed è già mezzanotte. Il motorino sgasa. Immersione rigenerante in una vasca di ghiaccio, massaggio e cena. E si riparte.