Cantate di Bach: entusiasmo con Gardiner
E splodono, anzi ri-esplodono le Cantate di Bach: tocca Pavia il tour europeo di John Eliot Gardiner, «The Bach Cantata Ring», ospite del nuovo Festival di Musica Sacra istituito dalla Scala, e della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Non è l’integrale del 2000, è solo un’antologia di Cantate (qui Jesus schläft BWV 81, O Ewigkeit, du Donnerwort BWV 20, Jesu, der du meine Seele BWV 78 e Wachet auf BWV 140), ma quanto basta per ri-entusiasmare.
Complice la magnifica Sala affrescata del Collegio Borromeo, dall’acustica riecheggiante ma non troppo, la tensione energetica di Gardiner amplifica ogni tratto. I suoi English Baroque Soloists hanno articolazioni flessuose, finezze di fraseggio, oboi e flauti incantevoli; e che slancio quando scattano in piedi, liberando le tempeste dell’aria Die schäumenden Wellen («Le onde schiumanti»). Il Monteverdi Choir esalta, vibrante, ogni espressione: i tormenti consonantici dell’anima strappata aus des Teufels finstern Höhle, «all’antro tenebroso del demonio», quanto i proclami di gloria che spronano le Vergini all’arrivo dello Sposo.
Poi, come altre volte, ci si chiede: come può un maestro dell’ingegno e dell’esperienza di Gardiner accontentarsi di solisti così modesti? Svetta solo la luminosa soprano Julia Doyle, specie nel duetto «rock» con Sarah Denbee, il travolgente Wir eilen («Ci affrettiamo»): tempi rapinosi (in 4’26; Richter lo incise in 5’42) che Gardiner scioglie, senza battiti ansiogeni, in un fluido leggero e ondulato, mentre le fioriture del cembalo lo spruzzano d’oro e di gioia.