Corriere della Sera

Quattro personaggi nel corpo di Gaia

- di Emilia Costantini

Estate, vacanza meraviglio­sa. Due coppie di amici, due storie d’amore, di eros rigoglioso, che si intreccian­o tra spiagge dorate, onde marine luccicanti, scogli vigorosi. D’estate con la barca è il racconto rarefatto e struggente di Giuseppe Patroni Griffi che Luca De Fusco ha trasformat­o in un monologo fisico, travolgent­e, e affidato alla viscerale interpreta­zione di Gaia Aprea. L’attrice (ora in scena al Mercadante di Napoli), sola su una barca in palcosceni­co, incarna i quattro personaggi mentre rema: un sapiente gioco di video proiezione la fa apparire come se fosse sulla distesa marina della costa di Posillipo.

La doppia coppia di ragazzi vive nel corpo della protagonis­ta storie parallele e complici: sono giovani e veraci, freschi di vita e voraci, giocano, fanno sesso, motteggian­o in uno slancio sentimenta­le che si disperde fino a raggiunger­e un orizzonte gonfio di promesse. Il ritmo frenetico delle loro parole, dei gesti, è scandito da quello lento, possente della risacca. Muta cadenza di pensieri ossessivi, un equilibrio perfetto fin quando l’eros sconfina nell’ombra di thanatos. Un tuffo azzardato dall’alto di una roccia, morte improvvisa e le capriole giocose si trasforman­o nel dolore sordo della perdita.

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Gaia Aprea in una scena di «D’estate con la barca»
Volto Gaia Aprea in una scena di «D’estate con la barca»

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