Poker di Viviani,
Quarto successo di Elia che domina lo sprint: i big sono assenti, peggio per loro
Numeri da giocare sulla ruota del Giro 101: 2, 3, 13 e 17. Sono le quattro tappe vinte in volata da Elia Viviani. Ultimo italiano a fare poker: Alessandro Petacchi, 12 anni fa. Perfetto per lo sprint bagnatissimo del veronese, trainato da Stybar e Sabatini. Battuti Sam Bennett, fermo a quota due, e Bonifazio. Viviani ipoteca la maglia ciclamino e punta alla cinquina domenica a Roma. Dopo Cipollini e, appunto, Petacchi l’italia torna regina dello sprint o Viviani trionfa perché latitano i big?
Vero che Gaviria, Sagan, Cavendish e Kittel hanno scelto il (facile) Tour of California dove però solo Gaviria ha brillato (tre sprint su tre) mentre Cavendish e Kittel erano l’ombra di se stessi. Al Giro Kittel non ha mai superato la prima settimana, Cavendish si è ritirato 3 volte su 5, Greipel 4 su 5. Un conto è sprintare al Tour (tracciato più lineare, 40 giorni di corse in più nelle gambe) un conto dopo Zoncolan, Sappada e la crono di Trento. C’è riuscito Gaviria nel 2017, fermandosi a quattro successi. Come Elia, il colombiano è versatile, resistente e ha il colpo d’occhio del pistard: uno sprinter moderno. È il passato? Cipollini vinse sei tappe (2002) ma con 10 volate disponibili contro le 7 di quest’anno. Il grande Petacchi (2004) ne conquistò 9 su 10 contro avversari di spessore simile a quelli dell’olimpionico. I percorsi,
Prato Nevoso però, erano molto più facili di quello, tremendo, di quest’anno.
La verità è che Viviani è cresciuto moltissimo tecnicamente e come personalità e può, finalmente, disporre di una grande squadra come la Quick Step. Elia ha vinto con o senza «treno», con o senza pioggia e vento, partendo da davanti o da molto arretrato nel gruppo. Non è colpa sua se Gaviria e soci non si sono presentati a Tel Aviv, ma non siamo certi che i super big dello sprint sarebbero riusciti a batterlo e, soprattutto, ad arrivare non diciamo a Roma ma almeno ieri ad Iseo. Chi ieri allo sprint non è nemmeno arrivato è Fabio Aru, in ritardo di altri 6’ abbondanti.