Deutsche Bank taglia 7 mila posti nel mondo Ma investe in Italia
Il mercato del credito in Italia — nonostante le difficoltà delle banche nazionali, o forse proprio per questo — interessa ai colossi europei. Non è quindi un caso che Deutsche Bank ieri, nel giorno dell’annuncio di maxi-tagli per oltre sette mila dipendenti («ben sotto quota 90 mila» dagli attuali 97 mila), abbia sottolineato di voler crescere in Italia e Spagna.
La linea del nuovo ceo, Christian Sewing, 48 anni, insediatosi ad aprile al posto di John Cryan, è chiara: «Vogliamo rafforzare la nostra attività nel settore del private e commercial banking. Abbiamo deciso di ritirarci dalla Polonia e dal Portogallo e ci stiamo concentrando sul nostro franchising in Italia e Spagna. In entrambi i paesi siamo rilevanti ed eccellenti, e questo ci rende una delle principali banche estere» in quei Paesi. È un riconoscimento alla gestione del numero uno di Deutsche Bank Italia, Flavio Valeri.
È piuttosto in altre aree più speculative che Db deve fare un passo indietro. «Confermiamo il nostro impegno al corporate & investment banking e alla nostra presenza internazionale», ha detto ieri Sewing durante l’assemblea a Francoforte ricordando anche le richieste del governo tedesco di avere una banca forte nel mondo. «Siamo l’alternativa europea nel business internazionale del credito e dei mercati dei capitali, ma dobbiamo concentrarci su ciò che facciamo davvero bene». Deriva da qui il taglio del 25% del personale attivo nelle vendita e negoziazione di titoli e la riduzione di 100 miliardi di euro dell’esposizione a leva, ovvero il 10% degli attivi. In totale, la riduzione del personale costa 800 milioni.
Qual è il problema di Deutsche Bank? Non tanto, o non solo, le maxi-sanzioni pagate negli Stati Uniti, specie per i mutui subprime. La banca soffre anche di un tema più generale di una redditività non ancora adeguata, che deve arrivare attorno al 10% entro il 2021. Deutsche Bank nel 2017 ha perso 735 milioni — principalmente per la riforma fiscale in Usa che ha pesato sull’utile pretasse di 1,2 miliardi — e ha staccato un dividendo di soli 0,11 euro. Anche il presidente del consiglio di sorveglianza, Paul Achleitner, è stato criticato per crollo del titolo in Borsa dai 17 euro di dicembre ai 10,4 euro di ieri.