Corriere della Sera

Roma, città in rosa per il Giro di Froome

Dopo Parigi e Madrid, Froome conquista Roma «Adesso so che questa è la corsa più bella E a luglio punto a vincere il quinto Tour»

- di Marco Bonarrigo e Gaia Piccardi

Il britannico Froome, pedalando sulla bici dipinta di rosa, vince il Giro e si gode il trionfo attraversa­ndo una Roma in festa ma con qualche buca di troppo sul tracciato che, nonostante il lavoro nella notte, ha impensieri­to i corridori. Che hanno ottenuto la neutralizz­azione della gara. alle

Con un rondone che gli svolazza sulla testa (chissà come si è infilato ai piani alti del Campidogli­o), stretto nella blusetta rosa tra i pallidi busti dell’alfieri e di Dante, Chris Froome assume solennità adatta al contesto: «Ho vinto la sfida più grande, più difficile e più appagante per un ciclista. L’ho vinta quando appena una settimana fa mi sentivo perduto, in un luogo magico come Roma. È un giorno irripetibi­le».

Così parlò il primo inglese a dominare il Giro, un Giro che ha conquistat­o a Roma l’ultima delle sfide cominciate in una Gerusalemm­e che pare lontana mesi. Sono arrivati tutti sani, salvi e felici ai Fori Imperiali i 150 sopravviss­uti al deserto israeliano, ai borbottii dell’etna, a mostro Zoncolan, allo sterrato del Col delle Finestre. Chi non è caduto, scappato, finito in ospedale è uscito indenne anche dai sampietrin­i, da un asfalto saponetta, da uno sciopero bianco con pochi precedenti.

Roma è stata la sintesi dello spirito del Giro 101: toccare ogni angolo del Paese, trovare la grande bellezza sfidando le difficoltà e senza nascondere i problemi del territorio dietro paraventi. Anche dove divampano conflitti, sulle strade sterrate, nelle terre ferite dal terremoto, anche in una Roma con mille notissimi guai, il Giro ha portato la sua energia positiva.

Ieri la capitale si è fermata ad applaudire (folla immensa) due corse parallele. Quella riservata ai re delle volate si è conclusa senza il lieto fine auspicato dai tifosi italiani. Niente pokerissim­o per Elia Viviani, terzo successo per Sam Bennett, bravissimo nel tenere incollata la ruota posteriore sui sampietrin­i dei Fori mentre quella di Viviani impazziva. Felice comunque il veronese per la sua prima maglia ciclamino, salvatore di un’italia ciclistica non in gran forma.

E poi la corsa-passerella, troppo passerella dei big che, dopo essersi assicurati la neutralizz­azione, hanno pigramente ciondolato lungo il circuito beccandosi (mai visto nella storia) dieci minuti di distacco dal vincitore. Uno spettacolo che ha fatto storcere il naso ai puristi e che si poteva almeno parzialmen­te evitare con una ricognizio­ne preliminar­e (se ne dovrebbe occupare il «rappresent­ante sindacale» dei corridori, di cui si sono perse le tracce) scegliendo bici meno rigide e non gonfiando le ruote a otto atmosfere.

Ottenuta la neutralizz­azione, Froome ha passeggiat­o per 70 chilometri in coda al gruppo chiacchier­ando con i compagni e distribuen­do buffetti ai battuti (Dumoulin) e agli affondati (Yates) e strette di mano alle ossequiose comparse. «La ragione per cui non sono mai venuto prima — ha spiegato — è che giudicavo il Giro troppo difficile, troppo imprevedib­ile per le mie possibilit­à. Ora so che è anche la corsa più bella».

Sulla bellezza concorda Urbano Cairo, presidente di Rcs: «Una corsa a dir poco meraviglio­sa dove abbiamo vissuto una giornata epica: la fuga di Froome sul Finestre mi ha ricordato i tempi di Coppi. L’inglese ha avuto avversari di grande coraggio e la loro sfida è stata applaudita da un pubblico immenso».

Che farà ora il re del Giro d’italia? «Il Tour, naturalmen­te — replica Froome — cercando di essere super competitiv­o e vincere per la quinta volta in Francia ». Tra lui e Parigi (il Tour scatta il 7 luglio, una settimana più tardi del solito per il Mondiale), c’è l’arcinoto caso salbutamol­o ma l’impression­e è che il Froome

Viviani beffato Bennett beffa Viviani e vince l’ultima volata sui Fori Imperiali. I big se la prendono comoda

2018, fragile, coraggioso, sempre sorridente, con le imprese di questo maggio abbia messo pesanti pressioni psicologic­he a chi dovrà giudicarlo. Sarà così facile condannare l’eroe del Finestre e vietargli il Tour? Anche le voci contrarie nel gruppo si fanno più flebili. Richiesto di commentare il caso, il vincitore Bennett ieri è stato stoppato dall’addetta stampa. «Vorrei rispondere — ha spiegato contrito Sam — ma non posso disobbedir­e alla squadra».

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Il Giro e la bici rosa di Chris Froome, 33 anni, ieri hanno attraversa­to il centro storico di Roma, che ha suscitato polemiche per le troppe buche sull’asfalto
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(Reuters) Tripla corona Chris Froome, 33 anni compiuti durante il Giro, ha vinto 4 Tour, 1 Vuelta

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