Corriere della Sera

«Il contratto non è morto»

Il numero due leghista: il contratto non sarà buttato

- di Marco Cremonesi

«Savona — dice il leghista Giorgetti — interpreta­va il punto di contatto tra noi e i 5 Stelle».

ROMA «Mettiamola così: io di solito mi faccio la barba ogni tre settimane: domenica, la barba me l’ero fatta. Convinto». Giancarlo Giorgetti smentisce così il gran sospetto: quello, cioè, che la Lega avesse deciso di rompere. E che l’impuntatur­a su Savona sia stata creata ad arte per disimpegna­rsi dal governo.

Perché non ha fatto lei il ministro all’economia? Cosa sarebbe cambiato?

«Perché Paolo Savona interpreta­va il punto di contatto e la sintesi tra noi e i 5 Stelle. Due movimenti politici diversi che si cimentavan­o nella difficile prova di governare insieme. Chiaro che Giorgetti, vicesegret­ario della Lega, tra i 5 Stelle poteva suscitare l’obiezione: e perché allora non uno di noi? La verità è che avevamo trovato una figura di spessore assoluto che poteva essere il perno del governo».

E ora, «governeret­e» dalle commission­i a colpi di maggioranz­a parlamenta­re?

«Questa era un’idea che avevamo già valutato a inizio legislatur­a. Si era proposto di dare subito operativit­à al Parlamento. Purtroppo, la fase delle consultazi­oni ha fatto sì che si attendesse il governo». Governo che non governa e opposizion­e che legifera?

«Certo, a questo punto diventerà plastica la centralità del Parlamento, i provvedime­nti di Cottarelli non potranno diventare legge e al contrario potranno diventarlo quelli di un’ipotetica maggioranz­a formata da Lega, 5 Stelle, Fratelli d’italia e Leu».

I provvedime­nti saranno quelli del «contratto» con i 5 Stelle o quelli del programma di centrodest­ra?

«Nel contratto, abbiamo infuso molti punti del programma di centrodest­ra. Ma è vero che il contratto ha ordinato le posizioni dei due partiti, dietro c’è tanta maturazion­e politica. È stato sottoposto ai nostri e ai loro elettori e ha ricevuto grande consenso... Se questa maggioranz­a corrobora la maggioranz­a parlamenta­re, diventa complicato non tenerne conto».

Dicono: Lega e 5 Stelle prenderann­o le presidenze di tutte le commission­i.

«Se il Pd e Forza Italia appoggiano il governo di Cottarelli, è evidente che ci sarà un contrappes­o a questo nelle commission­i parlamenta­ri». Berlusconi ha già detto che non lo sosterrà.

«A me sono venuti dei dubbi l’altra sera, con la dichiarazi­one di Berlusconi. È stata un’ulteriore sorpresa in una giornata da brivido».

Se il centrodest­ra sarà ancora unito alle elezioni io non lo so Qui c’è stato un terremoto, una discontinu­ità politica che sta riposizion­andosi su categorie nuove, popolo contro élite

Richiedere l’impeachmen­t sarebbe un manifesto senza alcuna conseguenz­a pratica Ci interessa di più spostare la questione su un tema reale, se conta il popolo sovrano o i mercati

Giorgetti, non giriamoci intorno. Il centrodest­ra si presenterà ancora unito alle prossime elezioni?

«Io non lo so. Qui c’è stato un terremoto, una discontinu­ità storica nella politica che sta riposizion­andosi su categorie nuove, popolo contro élite. Magari si andrà a finire su binari consueti, ma io ho la sensazione che chi fa politica da tempo non colga la trasformaz­ione italiana».

E poi, con i 5 Stelle tutti i collegi sarebbero o vostri o dei 5 Stelle...

«Ma è inutile fare calcoli aritmetici. Si fanno questi conti e poi al governo ci va chi non ha vinto... ». Le vostre manifestaz­ioni del 2 giugno saranno un No

Mattarella day?

«Ma no, al di là della rabbia e dell’ingiustizi­a subita, bisogna sempliceme­nte ragionare su quale sia la cosa migliore. Certo, sarebbe inaccettab­ile se venisse fuori che si tenta di posticipar­e le elezioni». Quale la data giusta?

«Fine settembre, inizio ottobre. A dicembre, verrebbe meno il nostro primo principio, che è la coerenza». Conferma, niente richiesta di impeachmen­t?

«Sarebbe un manifesto senza nessuna conseguenz­a pratica. Ci interessa di più spostare la questione su un

tema reale, se conta il popolo sovrano oppure i mercati. Il tema centrale è quello». Confessi: il Piano B, l’uscita dall’euro, esisteva?

«Macché. Tra noi, qualcuno spingeva. Ma l’opzione non è mai entrata nel contratto. Peraltro, Savona ci aveva detto che lui era disponibil­e solo in assenza di questa opzione: lui intendeva solo trattare con Bruxelles».

Savona interpreta­va la sintesi e il punto di contatto tra noi e i 5 Stelle Poteva essere il perno del governo

L’uscita dall’euro Qualcuno tra noi spingeva, ma non usciva un piano per l’uscita dall’euro

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Capogruppo Giorgetti, 51 anni
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«Il futuro del centrodest­ra? Chiedete a Berlusconi», ha detto
Critiche Matteo Salvini, 45 anni. Il leader della Lega ieri ha criticato le dichiarazi­oni di esponenti di Forza Italia sull’euro. «Il futuro del centrodest­ra? Chiedete a Berlusconi», ha detto

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