Corriere della Sera

L’italia di Mancini riparte con Balotelli

Esordio vincente per il c.t. Mancini Mario si ripresenta con un bel gol Belotti lo sostituisc­e e segna anche lui

- di Alessandro Bocci e Paolo Tomaselli

SAN GALLO La giovane Italia, la più giovane dal 2010, corre e Balotelli segna. Ci sarebbe quasi da emozionars­i se di fronte non ci fosse la piccola e mediocre Arabia Saudita. Soprattutt­o se nel finale non corressimo il rischio di farci raggiunger­e quando la benzina finisce, la concentraz­ione svanisce, le distanze si perdono e Pizzi, l’allenatore degli arabi, manda in campo i migliori. Balo sblocca nel primo tempo, Belotti raddoppia nella ripresa, nel mezzo il solito tarlo: gli errori sotto porta. Così alla fine, dopo la rete di Alshehri in contropied­e, favorita da uno scivolone di Zappacosta, dobbiamo ringraziar­e Donnarumma, decisivo su Almuwaalad. Il debutto di Roberto Mancini scivola via tra luci e ombre. In una partita dai ritmi bassi, porio più che un allenament­o, qualcosa si vede: l’applicazio­ne, i movimenti sincronizz­ati, il giro palla. Jorginho tiene corta la squadra dettando i tempi, Pellegrini risalta per convinzion­e e personalit­à, Insigne vuole dimostrare a Ventura che ha sbagliato a tenerlo fuori contro la Svezia. E Balotelli non tradisce, i tifosi che lo applaudono e l’allenatore che gli dà fiducia. Mario prima libera Florenzi e poi con un destro micidiale fulmina il povero Alowais sul primo palo. Un gol inventato, da campione. Il quattordic­esimo in Nazionale, gli stessi di un certo Rivera e di Giovanni Ferrari, due volte campione del Mondo e oro Olimpico, anche il primo quattro anni dopo quello all’inghilterr­a, nel Mondiale in Brasile. Quella volta ci siamo illusi. Speriamo che con Ma- non sia così anche stavolta. Servono esami più probanti, come la Francia venerdì a Nizza o l’olanda il 4 giugno allo Stadium, per un giudizio più approfondi­to. Balotelli deve essere più dinamico, concentrat­o e perdere anche qualche chilo. Però il ritorno è positivo. È già qualcosa.

Il figliol prodigo gioca un’ora e quando Mancini lo richiama per Belotti riceve l’applauso caloroso dei diecimila tifosi presenti al Kybunpark. In mezzo alla festa un piccolo giallo, uno striscione nero su sfondo bianco con su scritto: il mio capitano è di sangue italiano. Compare a inizio ripresa e per metà viene nascosto in fretta. Che sia rivolto a Balotelli, promosso da Mancini (e dalla classifica delle presenze) vice di Bonucci?

L’italia arriva con il fiatone ma torna a vincere (per quel che vale) dopo sette mesi. Mancini comincia con il piede giusto come negli ultimi trent’anni è successo a Cesare Maldini, Zoff e Conte, soprattutt­o ad Azeglio Vicini, che Roberto lo aveva lanciato e valorizzat­o. Una vittoria di misura, senza squilli di tromba. Belotti raddoppia e in quel momento gli azzurri si smarriscon­o, mostrando i limiti di una squadra da ricostruir­e.

L’italia fa la partita, gioca con gli avversari come il gatto fa con il topo senza però inco

Amichevole Dopo il flop mondiale la Nazionale ha gioco facile con l’arabia Saudita che riesce comunque a segnare sfruttando una incertezza difensiva azzurra

fliggere all’arabia Saudita il colpo di grazia. Il difetto è sempre lo stesso, anche quello dell’ultimo Ventura: la precisione negli ultimi sedici metri. L’occasione migliore del primo tempo, al di là del gol, è il sinistro violento di Criscito, liberato da Pellegrini, che fa tremare la traversa. E anche nella ripresa sbagliamo parecchio, almeno tre occasioni ghiotte con Pellegrini e poi con Belotti. Non sempre ci può andare bene.

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