Corriere della Sera

Dagli elogi all’«alto tradimento» Il dietrofron­t dei 5 Stelle sul Colle

Le accuse a Mattarella, prima lodato come «super partes»

- di Alessandro Trocino

«Una persona rispettabi­lissima». Anzi, «un golpista». «Un presidente simpatico», «empatico», «super partes». Anzi, «un traditore della Costituzio­ne, fedele esecutore dei programmi della troika e dei loro scherani, che ci vogliono schiavi della supremazia delle mafiomasso­nerie internazio­nali, neoliberis­mo dittatoria­le, banchieri di affari, multinazio­nali e finanza criminale». Il dietrofron­t del Movimento 5 Stelle sul presidente della Repubblica è clamoroso e repentino. Con un fulmineo mutamento d’opinione, mesi di elogi sperticati e di lodi incondizio­nate si trasforman­o in un profluvio di critiche e insulti.

Quando viene eletto, nel gennaio del 2015, il blog di Grillo parla di una «discreta vittoria». Perché «Mattarella è una persona rispettabi­lissima e, per certi versi, migliore anche di Prodi». Un documento interno M5S è un profluvio di encomi. Beppe Grillo, che aveva gratificat­o Giorgio Napolitano di epiteti e insulti vari («Morfeo», «carampana», «vecchio in Maserati») va all’incontro con Davide Casaleggio e esce dal Quirinale improvvisa­mente pacificato. Per un giorno mette da parte toni forti e battute sferzanti: «Voglio ringraziar­e il presidente per la simpatia». Apertura di credito che continua nei mesi successivi, anche se Grillo nel contro discorso di Capodanno si prende una licenza poetica da comico e lo definisce «un ologramma».

Decide il Colle Sui ministri non c’è nessuna discussion­e, i ministri li sceglie il presidente della Repubblica Luigi Di Maio, 23 maggio

I capigruppo Sorial e Castaldi, a ottobre, si dicono molto soddisfatt­i per «il riconoscim­ento del grandissim­o lavoro svolto». In occasione dei 60 anni dei trattati di Roma, i deputati M5S gli tributano addirittur­a una standing ovation. Angelo Tofalo fa sue le parole di Mattarella, Luigi Di Maio dice di avere «fiducia» in lui, Nicola Morra gli riconosce «estrema correttezz­a».

I minuetti di cortesia vanno avanti a lungo. Poi la luna di miele si interrompe, con il Rosatellum. I 5 Stelle gli rimprovera­no

La richiesta di impeachmen­t Mattarella ha scavalcato le sue prerogativ­e costituzio­nali e ha deciso di non farci governare Luigi Di Maio, ieri

di avere firmato la legge elettorale, a loro sgradita e il più accanito è, al solito, Alessandro Di Battista: «Mattarella si scusi, neanche nelle dittature militari si toglie la parola al primo partito. E di legge incostituz­ionale ne ha firmata già una». Ma poi i rapporti riprendono cordiali. Il 30 maggio 2017 a «Dimartedì», Di Maio torna a toni rassicuran­ti: «Da quando è stato eletto, l’ho sempre visto come un presidente super partes, in grado di dare garanzie a maggioranz­a e minoranza».

Durante tutto il periodo seguito alle elezioni del 4 marzo, il presidente Mattarella viene più volte e a vario titolo elogiato dai 5 Stelle. Qualcuno addirittur­a rimprovera il capo dello Stato di avere un occhio di riguardo nei confronti del Movimento. I 5 Stelle, Di Maio ma anche Danilo Toninelli e Giulia Grillo, non dimentican­o mai di ringraziar­e il presidente. Poi, con il no a Savona, Mattarella diventa «il traditore». Elio Lannutti parla di «discorso eversivo». Riccardo Fraccaro, finora mite fedelissim­o di Di Maio, arriva quasi a minacciare: «Mattarella se ne pentirà. Non finisce qui». Massimo Bugani parla di «scelta folle» e definisce Mattarella «il nostro don Abbondio che si è chinato alla finanza». Di Battista lo definisce «un bugiardo». E ancora Lannutti lo accusa retroattiv­amente: «Dopo aver firmato il bail-in, esproprio criminale del risparmio, si permette di insultare i truffati affermando che vuole tutelarli con Cottarelli, mandando lo spread alle stelle. Dov’era Mattarella mentre i truffati venivano espropriat­i da Bankitalia e dallo Stato?». Di Maio ne chiede l’impeachmen­t.

La stessa sorte toccò a un altro esponente illustre, che i 5 Stelle volevano candidare a presidente della Repubblica e su cui poi cambiarono idea. Acclamato sul blog e nelle strade al grido di «ro-do-tà ro-do-tà», Stefano Rodotà fu poi tristement­e bollato da Grillo come «un ottuagenar­io miracolato dalla rete, sbrinato di fresco dal mausoleo».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy