Corriere della Sera

I brividi in Transatlan­tico dell’esercito di debuttanti «Siamo tutti furibondi»

Conferma a rischio per azzurri, dem e pure pentastell­ati

- di Monica Guerzoni

ROMA Alla Camera, nel corridoio riservato ai fumatori, il grillino Giuseppe D’ippolito detto «Pino» tortura un mozzicone di sigaro toscano: «Sono nero, nero! Io sono avvocato, quindi un lavoro ce l’ho e non me ne importa niente se sarò ricandidat­o. Quel che mi interessa è sanare il gravissimo vulnus che ha umiliato e insultato la Costituzio­ne».

La grande storia della più grave crisi istituzion­ale che l’italia abbia mai visto si incrocia con le piccole storie di deputati e senatori, destinati a lasciare il seggio senza alcuna certezza di tornare in Parlamento. I 5 Stelle saranno costretti a riporre i metaforici apriscatol­e con cui volevano aprire Montecitor­io a mo’ di una latta di tonno. E gli azzurri, che temono il voto anticipato almeno quanto i dem, dovranno difendere con le unghie e con i denti i loro collegi, minacciati dall’espansioni­smo della Lega.

I giovani deputati stellati hanno la rabbia negli occhi. Ecco Paolo Parentela, 34 anni, una casco di riccioli neri e, nel curriculum, un diploma di istituto tecnico commercial­e. Cosa fa nella vita? «Ad oggi, il deputato (ride). Seconda legislatur­a». Finita ancora prima di cominciare, è deluso? «Certo non posso essere contento». Spera di tornare in Parlamento? «Certo, ma qui le cose cambiano da un momento all’altro».

Il leghista Roberto Calderoli prende nervosamen­te aria in cortile e chiede ai cronisti di annotare alla lettera il suo stato d’animo: «Sono inc... come una bestia, è chiaro? L’unico a cui Mattarella non ha dato l’incarico è Salvini». E adesso? Seguirete i 5 Stelle che invocano l’impeachmen­t? «Dopo che Cottarelli sarà stato sfiduciato, Mattarella dovrà pagarne le conseguenz­e. La sua coscienza gli dirà se deve dimettersi — avverte Calderoli —. Io faccio solo notare che a noi mancavano cinquanta voti alla Camera, a quello ne mancano cinquecent­o e il Quirinale lo ha mandato in Parlamento».

Il premier incaricato è nella Sala dei Busti e chissà se gli arriva l’eco delle battute grillolegh­iste. «La spending review sui voti del suo governo gli riesce benissimo», ironizza un deputato del Carroccio. E quando il discorso cade sui destini individual­i, il dem Stefano Ceccanti rivela la sua preoccupaz­ione: «Il problema non sono le sorti personali, è che in mano a questi matti rischia di crollare il Paese. Magari torno e non c’è più l’italia». In un Pd all’affannosa ricerca di un leader, uno dei temi più assillanti per i peones sono le liste elettorali. Le ultime le ha blindate Matteo Renzi, preferendo giornalist­i come Tommaso Cerno a «big» della minoranza come Gianni Cuperlo. Alessia Morani spera che oltre all’ex presidente del partito entri anche Carlo Calenda e che gli eletti vengano ricandidat­i: «Sconsiglie­rei di spostare troppe caselle». Pronta al bis anche l’azzurra Matilde Siracusano, ex concorrent­e di miss Italia: «Se mi ricandido? Non dipende solo da me. Confido nel buon senso del presidente Berlusconi».

In Transatlan­tico spuntano i volti di tanti che il 4 marzo non ce l’hanno fatta. Ecco Fabrizio Cicchitto: «Se mi ricandido? Ma no, la storia deve andare avanti. Anche se questa è una tragedia». Alfredo D’attorre potrà ritentare la fortuna e per Arturo Scotto, altro dirigente di Leu, «se la campagna diventa una sfida tra apocalitti­ci e integrati, loro prendono l’80%». Arriva Ugo Sposetti e, onorando un vecchio rito, porge a Calderoli un corno d’argento: «Roberto, se te lo avessi dato due giorni fa tutto questo non sarebbe successo». Si ride per non piangere.

I grillini li riconosci dallo zainetto e dallo sguardo torvo. «Siamo furibondi — sbotta Michele Sodano, 28 anni —. Avevamo fretta di lavorare per il Paese, ma il presidente non ci ha fatto partire e ora la gente è arrabbiata nera». I più tristi sono gli espulsi per la «rimborsopo­li», perché sanno che finisce qui. Salvatore Caiata potrà concentrar­si sul Potenza calcio e Maurizio Buccarella tornerà a fare l’avvocato: «Chi mi ricandida, dopo la fesseria che ho fatto? Sarà una campagna avvelenata e sono dispiaciut­o perché non ho potuto fare la mia parte».

Il curriculum

Paolo Parentela, 34 anni, diploma di istituto tecnico. Cosa fa nella vita? «Il deputato»

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