Corriere della Sera

Mercati ancora in calo, sale lo spread Effetto instabilit­à su Borsa e risparmi

Differenzi­ale fino a 237 punti. Euro ai minimi sul dollaro. Merkel: rispetto per l’italia

- Mario Sensini

La prospettiv­a di nuove elezioni a breve termine, con il possibile rafforzame­nto dei partiti antieuro, che intanto attaccano a testa bassa il presidente della Repubblica, affossano la Borsa di Milano e spingono al rialzo i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico. L’incarico di formare un governo neutrale in vista del voto a Carlo Cottarelli, ex dirigente del Fondo monetario, e il suo immediato impegno a gestire in modo «prudente» i conti pubblici, non hanno tranquilli­zzato i mercati dove, dopo un mini rimbalzo, sono riprese le vendite.

La giornata si chiude con un bollettino molto pesante. Lo spread, il differenzi­ale d’interesse tra titoli di Stato italiani e tedeschi, dopo essere sceso in apertura a quota 190 (206 la chiusura di venerdì), è tornato subito a impennarsi. Poco prima dell’arrivo di Cottarelli al Quirinale per assumere l’incarico di governo è schizzato a 233 punti. Lo stesso accadeva in Borsa, partita in tono molto positivo per poi invertire la rotta a metà mattina, con le prime vendite sui titoli bancari.

Poco dopo mezzogiorn­o Cottarelli accetta l’incarico e spende subito parole per rassicurar­e gli investitor­i. Titoli di Stato e azioni respirano, ma per poco. Venti minuti: lo spread sul decennale ripiega poco sotto 220, poi risale. Tocca un massimo di 237 punti base, e chiude a 235, il livello più alto dal dicembre 2013. Dal 24 aprile, quando era a 113 punti, lo spread Btpbund è più che raddoppiat­o. Salgono, di conseguenz­a, i rendimenti: il decennale passa da 2,47% di venerdì a 2,67%, il biennale (con lo spread che va da 108 a 152) schizza allo 0,97%. La curva dei rendimenti si appiattisc­e, segno del rischio aumentato.

All’emissione le cose non vanno meglio. Ieri erano in programma le aste di Btp indicizzat­i all’inflazione a 5 e 10 anni, e dei Ctz a 2 anni. La richiesta è alta, ma si chiude male: il decennale si vende a un tasso di 1,28%, contro lo 0,47% di aprile, il quinquenna­le passa da -0,43% di aprile a -0,05%, i Ctz da -0,27 a 0,35%.

La Borsa segue lo stesso copione, con le banche protagonis­te in negativo. Prima una raffica di sospension­i per ribassi eccessivi, poi le chiusure a suggellare una giornata nera: -6 per Bpm, -5,8% Bper, -3,2 Intesa, -5,4% Ubi, -3,8% Unicredit. Con le altre Borse europee in moderata flessione, l’indice di Piazza Affari segna -2,08%. Con l’ennesima seduta in negativo i guadagni del 2018 (arrivati oltre il 12%) vengono quasi del tutto annullati. Nelle ultime dieci giornate le banche hanno bruciato 23 miliardi: il Tesoro, sulla sola quota in Mps, perde 600 milioni di euro.

Torna debole anche l’euro, che scivola verso quota 1,16, segno di una crisi che non è più solo italiana. Il temuto governo giallo-verde si allontana, almeno per un po’, ma gli occhi dell’europa restano su di noi. Il presidente francese, Emmanuel Macron, esprime solidariet­à a Sergio Mattarella. La cancellier­a di Berlino Angela Merkel si dice pronta a lavorare con tutti, ma ricorda che l’euro ha le sue regole, e qualche difficoltà ci può essere. La grande stampa straniera è in allerta. Il Wall Street Journal vede a rischio il sostegno della Bce all’italia, il Financial Times teme una «escalation retorica contro la Ue».

La stampa straniera La grande stampa straniera è in allerta. Il «Wall Street Journal» vede a rischio il sostegno della Banca centrale europea all’italia

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