Corriere della Sera

Kim e Trump, l’arma segreta è un libro

Il leader nordcorean­o si prepara al vertice leggendo l’autobiogra­fia del giovane Donald uomo d’affari

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Guido Santevecch­i

Americani e nordcorean­i stanno discutendo a Panmunjom; un «advance team» della Casa Bianca è a Singapore per preparare la logistica del vertice Trump-kim, che sembra di nuovo in calendario per il 12 giugno; Seul fa sapere che potrebbe partecipar­e anche il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Nel giro di una settimana adulazione, insulti, minacce e promesse. Non è il modo di condurre una trattativa, dicono i critici (e sono tanti) di @realdonald­trump. I giornalist­i accreditat­i alla Casa Bianca segnalano che di fronte ai dubbi i consiglier­i del presidente rispondono sempre: «Avete letto “The Art of the Deal”?».

È il libro autobiogra­fico firmato nel 1987 dal giovane Trump per insegnare «l’arte di fare affari». In copertina nella prima edizione c’era una frase presa dalla recensione del New York Times: «Ti fa tornare a credere nell’american Dream». Altri tempi, ora la stampa americana lo cita per dimostrare che il presidente ha un ego sproposita­to e che il suo grido di battaglia «America First» distrugge l’immagine internazio­nale della superpoten­za. Però quel manuale è arrivato anche a Pyongyang, regalato l’anno scorso a Kim Jong-un dal suo grande amico Dennis Rodman, ex campione di basket. E se non lo ha letto di persona, il Maresciall­o se lo è fatto almeno riassumere dai suoi consiglier­i e forse lo sta usando come vademecum.

«Pensa in grande», suggeriva Trump al primo punto. E in effetti è stato Kim a proporre il vertice storico a Singapore e prima ad andare al Sud per abbracciar­e Moon. Bisogna riconoscer­e che anche Trump, quando era ancora improbabil­e candidato alla nomination repubblica­na, nel maggio 2016, si era detto pronto a incontrare il diavolo. I due si comportano da manuale e Kim ha già visto la sua silhouette sulla medaglia commemorat­iva già coniata da un ufficio della Casa Bianca: tra l’altro il nordcorean­o sembra più alto del presidente, che appare più giovane.

«Conosci il tuo mercato» è intitolato un altro capitolo chiave. Anche qui Kim deve aver studiato: l’avversario vuole dimostrare di saper fare quello che nessun suo predecesso­re alla Casa Bianca, tantomeno il Nobel Obama, aveva osato, risolvere la questione coreana. Il mercato di Trump ha fretta, perché a novembre ci sono le elezioni di midterm negli Stati Uniti, che saranno una specie di referendum sul presidente. L’amministra­zione Usa invece è convinta di aver costretto i nordcorean­i a parlare di denucleari­zzazione proprio per motivi di mercato, le sanzioni che hanno paralizzat­o la loro economia già sottosvilu­ppata: 1.300 dollari di Pil pro capite contro i 27.000 dei sudcoreani e tanta fame.

Poi il consiglio fondamenta­le: «Devi avere qualcosa che l’atro tizio vuole». E questo è il cuore dell’arte dell’affarista. Kim ha messo sul tavolo la denucleari­zzazione della penisola, che però intende come riduzione del suo arsenale e disimpegno militare americano. Trump ha risposto con la «garanzia della vita e della ricchezza di Kim e del suo Paese». Se si vedranno a Singapore e se l’incontro si concluderà con una stretta di mano più o meno sincera, i due si dovranno accontenta­re di meno: una moratoria nella corsa alle armi sancita dal Nord in cambio di concession­i economiche e di sicurezza non irreversib­ili. Ma il successo d’immagine potrebbe essere la dichiarazi­one di pace che chiuda la guerra di Corea, ferma dal 1953 solo sul cessate il fuoco. Ecco perché l’arrivo di

Vertice a tre

Seul fa sapere che potrebbe partecipar­e anche il presidente sud coreano Moon Jae-in

Moon sarebbe importante.

Il rischio è che Kim, dopo i circa 90 test missilisti­ci e i 6 nucleari, pensi di essere in posizione di vantaggio e pretenda troppo. Lo stesso si può dire di Trump, consapevol­e di poter sempre scatenare «fuoco e furia». Però Kim deve stare attento, perché nel libro Trump scrisse anche: «Io lancio un sacco di palloni in aria, siccome molti alla fine ricadono, non è una tattica che raccomando a chiunque... ma alla fine se credi in quello per cui ti batti le cose andranno per il meglio». Tra i palloni in aria ci sono anche i bombardier­i. Kim dovrebbe conoscere anche un’altra massima di «The Art of the Deal»: «Non puoi ingannare la gente, almeno non a lungo, alla fine devi consegnare la merce».

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(Ap) Il regalo L’ex cestista Dennis Rodman, amico di Kim Jong-un, a giugno 2017 portò il libro di Trump al ministro dello sport nordcorean­o Kim Il-guk

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