Primo trapianto e trasfusioni al feto per curare la talassemia
Elianna non era ancora nata. Era nella pancia della sua mamma, ma i medici si erano già accorti che aveva una gravissima malattia genetica del sangue: l’alfa talassemia major, una patologia genetica che attacca i globuli rossi e impedisce loro di trasportare l’ossigeno nei tessuti dell’organismo, indispensabile per il loro funzionamento. Di solito questa malattia non permette ai bambini di vedere la luce. Ma i medici del Benioff Children’s Hospital di San Francisco hanno pensato l’impossibile: prima cosa, somministrare trasfusioni di sangue (cinque) a Elianna, ancora un feto, per farla sopravvivere e, poi, trapiantare cellule staminali, dal midollo osseo della madre, per «riattivare» il suo midollo. Tutte le procedure sono avvenute attraverso il cordone ombelicale. Lo hanno fatto tre mesi prima del parto. È una prima mondiale. La piccola è nata al Benioff Children’s Hospital di San Francisco nel febbraio scorso e al momento sta bene. Rimane da capire l’evoluzione futura. Ma tutta questa vicenda pone alcune questioni. Come mai non si possono diagnosticare in anticipo queste situazioni? E poi le terapie. La soluzione americana offre nuove prospettive di cura. Ma ecco la domanda finale. Chi potrà sostenere il peso economico? Una trasfusione costa all’anno (almeno negli Usa) 50 mila dollari. Un trapianto 150 mila dollari.