Corriere della Sera

«Sono fuggito per tornare dalla mamma in Pakistan»

- Alessandro Fulloni

Voleva rivedere la mamma che sta in Pakistan e per questo Mohammed, 11 anni, ha orchestrat­o un piano un po’ ingenuo per raggiunger­la. Scappando venerdì da casa a Mirandola, in provincia di Modena, dove vive con gli zii. Prima in bicicletta sino alla vicina stazione, poi in treno in Romagna. E infine, chissà perché, in corriera a Comacchio, fine corsa. Una fuga terminata domenica all’imbrunire al lido «Bologna» dove il gestore, Devid Gulinelli, che lo aveva riconosciu­to perché nel frattempo la segnalazio­ne della scomparsa circolava ovunque, ha avvertito i carabinier­i. Un «happy end» dopo tre giorni di angoscia e ricerche imponenti dall’emilia alla Romagna. Anche se il procurator­e di Modena Lucia Musti, che ha aperto un’indagine, valuta

Ai carabinier­i

Il ragazzino è in Italia a casa di parenti Ai militari ha detto: «La zia mi picchia»

«l’ipotesi che qualcuno abbia aiutato» nell’allontanam­ento il bambino. Mohammed, continua, «non aveva un cellulare e immagino non avesse del denaro. Era molto provato, però sta bene, ora è ospite di una casa per minori». Il piccolo non ha più il papà, morto tre mesi fa in Pakistan dove viveva con la moglie e sei fratelli, tutti più grandi di Mohammed. La famiglia decise di trasferirl­o in Italia (era il 2009 e all’epoca aveva soltanto tre anni) perché «sette bocche da sfamare nel nostro Paese sono troppe», aveva spiegato lo zio paterno subito dopo la scomparsa di quel piccolo considerat­o «il mio terzo figlio maschio». Ma evidenteme­nte il ragazzino a casa stava male: «La zia mi picchia», avrebbe detto ai carabinier­i in un primo colloquio, anche se certi racconti fatti a quell’età sono da ascoltare con tante cautele. Fatto sta che Mohammed ha raggiunto Comacchio. «È entrato al ristorante chiedendoc­i se potesse usare la toilette — racconta il titolare del lido “Bologna” — e quando è uscito ha giocato con mio figlio e altri bambini in spiaggia andando via dopo un po’. Quando all’indomani lo abbiamo riconosciu­to abbiamo chiamato il 112». Nel pomeriggio Mohammed è tornato dai suoi nuovi amici ma stavolta c’erano anche i carabinier­i ad aspettarlo. «Non ho fatto niente», ha detto. Poi ha raccontato della mamma in Pakistan e della voglia di riabbracci­arla.

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