Alta velocità, salta il Milano-roma in 2 ore e 40 minuti
Il Mit nega (per ora) l’autorizzazione a innalzare la velocità da 300 a 350 chilometri orari
Due ore e 40 minuti. Per andare da Roma a Milano, e viceversa. A 350 chilometri all’ora di velocità. Sembrava fatta. Il treno c’era: quel Frecciarossa 1000 che ha debuttato sui binari dell’alta velocità già nel 2015 e che è capace di raggiungere la velocità commerciale di 360 chilometri orari. I test notturni sulla rete Rfi li aveva superati ed era riuscito a guadagnare altri dieci minuti sul percorso diretto (senza stop a Firenze) accorciando la distanza tra Roma e Milano a sole due ore e 40.
Niente da fare. Bisognerà pazientare dieci minuti in più, per ora. Perché il ministero delle Infrastrutture ha negato l’autorizzazione a innalzare la velocità sui binari dell’alta velocità dagli attuali 300 chilometri orari a 350. Troppi costi di manutenzione, sia per il sistema della rete ferroviaria sia per l’energia. Non solo. Secondo il Mit non è detto che l’aumento della velocità corrisponda poi a una maggiore puntualità. Per non parlare del limite europeo che si ferma ai 320 chilometri. Allora, meglio più lenti ma più puntuali. Una scelta che segue la linea della «cura del ferro» dell’ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che preferiva l’alta velocità di rete, più diffusa anziché più veloce. E pensare che l’ex ad Mauro Moretti puntava alle 2 ore e 20 minuti.
Potrebbe invece migliorare la vita dei pendolari milanesi e lombardi con il nuovo piano proposto da Trenitalia a Regione Lombardia che prevede un investimento da 1,6 miliardi di euro con 161 nuovi treni entro il 2022, convogli meno vecchi, miglioramento della puntualità e dei servizi a bordo. In cambio, Trenitalia, che ha il 50% di Ferrovie Nord Milano, chiede il trasferimento di una quota pari all’1% del capitale sociale di Trenord e assumerebbe la gestione della società. La Regione Lombardia sta valutando l’offerta.