Corriere della Sera

Il mondo di Björk

«La musica si impegni su parità e razzismi Le femministe? Più fatti, non solo parole»

- Andrea Laffranchi

Il tour «Utopia», gli uomini, i temi politici: parla la cantautric­e islandese

Ciclopici fiori immaginari, maschere dalle forme sessualmen­te allusive, elettronic­a e flauti: ecco lo spettacolo che Björk ha costruito per il tour partito domenica da Londra e che giovedì passerà dal Primavera Sound di Barcellona e in Italia il 13 giugno al Just Music Festival di Roma. È la rappresent­azione di un mondo ideale secondo la cantautric­e islandese che a quel tema ha dedicato anche l’ultimo album «Utopia». Cos’è l’utopia per lei?

«Qualcosa di molto personale, è la capacità e il coraggio di immaginare un futuro migliore, cercando di trovare il modo affinché questa immaginazi­one diventi realtà. Non mi interessav­a tanto studiare le vecchie versioni dell’utopia, ad esempio Tommaso Moro, ma più che cosa significhi oggi, nel 2018».

Le canzoni dell’album a volte hanno una lettura personale e intima, altrove i temi sono universali...

«Credo che i due elementi siano sempre connessi. Per alcuni utopia è l’idea di comprare una barca, una casa in campagna, andare a vivere a New York, sposarsi, fare molto sesso... Utopia è anche il coraggio di immaginare l’impossibil­e. Come ad esempio l’accordo sul clima di Parigi, che Donald Trump non ha firmato. Dobbiamo immaginare un mondo senza benzina, con oceani più puliti... Facciamolo».

La sua sembra una voce isolata: la musica sembra aver perso interesse per i temi sociali e politici. Come lo spiega?

«In realtà credo che ci sia molta musica che affronta temi politici. Quello che non c’è più è la politica del passato. I problemi di oggi sono più legati al razzismo e all’ambiente. M.I.A. e alcuni rapper parlano della situazione

delle persone di colore».

Quando è scoppiato lo scandalo Weinstein anche lei ha raccontato il suo #metoo con i dettagli delle molestie sessuali ricevute da un regista danese senza nome (aveva recitato in «Dancer in the Dark» di Lars von Trier). Il music business sembra al riparo da quella tempesta...

«C’è una dinamica diversa nel mondo della musica. Scrivendo i brani per la colonna sonora di quel film mi sentivo indipenden­te e forte. Quando sei un’attrice, invece, diventi uno strumento del regista.

d Le molestie

Nel cinema il rischio è più alto: quando sei un’attrice diventi uno strumento del regista

Nel teatro è ancora peggio: ci sono secoli di tradizione di attrici che sono creta nella mani del regista».

Nei testi di «Utopia» è molto critica verso il genere maschile e parla di fallimento, peccati ed errori dei padri. Il percorso verso l’uguaglianz­a di genere è ancora lungo?

«Stiamo scrivendo una nuova costituzio­ne globale e non sarà come i dieci comandamen­ti di Mosè. Uno dei comandamen­ti sarà: “Tratta la donna come tratterest­i un uomo”. Un altro sarà: “Tratta tutte le razze allo stesso modo”. Un altro dei comandamen­ti dovrà essere sull’ambiente». Si sente rappresent­ata dalla parola femminista?

«Mia mamma era molto attiva negli anni 60 e 70 e non avrei potuto fare ciò che ho fatto se non fosse stato per le donne della sua generazion­e. Ma ho anche capito che, se avessi ripetuto ciò che ha fatto

lei, non avrei fatto passi avanti. Io e le donne della mia generazion­e siamo andate in giro per il mondo a fare cose. Non abbiamo solo parlato, ma abbiamo agito. Abbiamo smesso di fare gli uccellini che piangono in una gabbia aperta. Vola via e basta».

Anche questo show è concentrat­o sul nuovo disco con solo un paio di brani dal suo repertorio. Mette il pubblico alla prova?

«Non saprei come fare diversamen­te. Se andassi a vedere un concerto di un’artista che amo come Kate Bush, vorrei vivere il presente e ascoltare la musica che ha scritto in quel momento. È un modo per rendere il concerto più prezioso, più reale, più unico. Voglio che chi fa la spesa dell’acquisto del biglietto e la fatica del viaggio non si trovi a partecipar­e a una specie di karaoke».

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Il concerto di Björk rappresent­a un mondo utopico fatto di simboli floreali e sessuali. Giovedì sarà al Primavera Sound di Barcellona (in cartellone anche Nick Cave e nei giorni seguenti centinaia di artisti tra cui The National,...
Lo show e i festival Il concerto di Björk rappresent­a un mondo utopico fatto di simboli floreali e sessuali. Giovedì sarà al Primavera Sound di Barcellona (in cartellone anche Nick Cave e nei giorni seguenti centinaia di artisti tra cui The National,...
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Sperimenta­le Björk Guðmundsdó­ttir, 52 anni, ha debuttato nel 1993

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