Il giornalismo multimediale nel mondo della clausura
Spiritualità e tecnologia, la serata al Convento delle Trentatré
ni essenziali di un giornale che vuole fare informazione e nello stesso tempo offrire spunti per la formazione di una coscienza civile».
Ai lettori racconteranno la loro idea di comunità suor Rosa Lupoli, il regista Mario Martone, Candida Morvillo, giornalista del Corriere della Sera ed editorialista del Corriere del Mezzogiorno, Francesco Nico- esperto di comunicazione e innovazione digitale, gli scrittori Maurizio de Giovanni e, con la sua voce jazz, la cantante e compositrice Maria Pia De Vito.
Le Trentatré oggi sono tredici, hanno da 30 a 94 anni e possono interrompere la clausura solo per seminari interni all’ordine.
Il mondo fisico può varcare la soglia del monastero in rari casi. Dietro il cancello, dopo una scalinata di piperno, madre Rosa Lupoli, per molti anni Abbadessa, inserisce un mazzo di chiavi nell’antica ruota di legno. Servono per aprire un altro cancelletto e la porticina del parlatorio. Dietro le grate s’allarga il sorriso di questa «intellettuale» ischitana, ex pallavolista, laureata in Lettere con una tesi sui terremoti che da quando ha aperto il profilo Facebook del monastero è stata inondata di richieste di «amicizia» e, per prima ha sperimentato una sorta di «chat dell’anima», un confessionale in cui le alette della «visualizzazione» rappresentano per l’interlocutore un sollievo spirituale.
Le grate virtuali sono lo schermo del computer o il touch dello smartphone. La tecno-clausura drena il dolore dall’esterno e continua la traccia innovativa che da sempre le donne hanno messo in campo in quest’insula claustrale, innestata sull’acropoli di Neapolis.
Il monastero fu fondato, infatti, da una laica, vedova con tre figli, Maria Lorenza Longo, che qualche anno prima aveva creato l’ospedale degli Incurabili, il più grande del regno (ancora attivo). Incurabili erano soprattutto le prostitute infettate dalla lue venerea alle quali la stessa Venerabile Longo — è in corso il processo di beatificazione — destinerà un altro convento, quello delle Pentite.
Le clarisse napoletane, invece, non si sono mai pentite di innovare il dialogo. Giovedì prossimo, con Casacorriere, per la prima volta ospiteranno la redazione di un giornale e i suoi lettori. Identikit
● Il Monastero di Santa Maria di Gerusalemme, conosciuto con il nome delle «Trentatré» è storicamente ricollegato all’ospedale degli Incurabili dato che Maria Lorenza Longo, nobildonna catalana, è stata la fondatrice di entrambi i complessi
Il direttore d’errico: «Un posto pieno di storia, adatto a una riflessione su se stessi e sulla comunità»
● Il complesso delle Trentatré, così detto per il numero massimo di monache che poteva ospitare, è abitato da una comunità di 13 suore clarisse cappuccine di età da 30 a 94 anni: possono interrompere la clausura solo per seminari interni all’ordine